L’amore non ha età… o forse sì?

Ieri sera sono uscita con la mia amica Giuditta.

Chi è Giuditta? La mia amica che va in ansia anche quando deve scegliere che tipo di shampoo usare. Bassina, paffutella in viso e che cambia colore di capelli un giorno sì e l’altro pure. Insomma lei… Giuditta!

Non ho potuto fare a meno di notare il bracciale che aveva al polso, un vecchio regalo di un ragazzo che frequentò per un breve periodo durante gli anni all’università. E con una punta di curiosità le ho chiesto: <<Ma quel bracciale non te lo regalò Vespasiano?>> . Lei, alzando lo sguardo dal cellulare si guardò il polso e mi rispose un distratto sì. Non contenta della sua risposta, incalzai nuovamente: <<E perché lo metti ancora? Credevo lo avessi regalato a qualche tizia incontrata per caso in strada. >>

<<E perché avrei dovuto?- rispose acida- Mi piace. Non lo vedo come un ricordo legato a lui, ma come un bracciale che se non mi avesse regalato, avrei comprato io>>. Stavo per riprendere la parola quando mi interruppe indicando il bar di fronte: <<Andiamo  a comprare un gelato?>>

L’assecondai e uscimmo fuori con due coni enormi al cioccolato e iniziammo a parlare di quanto fosse str*onza la sua nuova collega di lavoro.

Quel bracciale in realtà, sebbene per lei ormai non sia più un ricordo legato a quella breve frequentazione, che durò circa tre mesi, racconta comunque una storia.
Una storia forse un po’ banale, ma comunque, a mio avviso, divertente.

Giuditta conobbe Vespasiano durante una cena fra amici, e sì, il riferimento ad un antico orinatoio romano non è un caso.

Ostia antica- Vespasiano

Lei aveva 23 anni, lui 30 ed era da poco giunto al traguardo che in tanti anelano: la laurea. Di questa storia non c’è molto da raccontare perché fu breve e poco significativa per entrambi. Uscirono qualche volta insieme, si trovavano bene a parlare, ma non vedevo negli occhi di Giuditta quell’entusiasmo tipico di chi si innamora. Il giorno del suo compleanno, a sorpresa, si presentò sotto casa sua e le regalò il famoso bracciale chiedendole di diventare ufficialmente la sua ragazza. Giuditta, commossa, gli disse di sì in quanto provava un sentimento indefinito nei suoi confronti.

I problemi nacquero subito dopo.

Vespasiano, siccome aveva finito con l’università, aveva deciso di ritornare al suo paese in attesa che un lavoro gli piovesse dal cielo. Quello che non sapeva è che non era in grado di gestire una storia  a distanza. I primi periodi fu molto presente, affabile e pieno di attenzioni. Ma chi non lo è all’inizio di una relazione?

Andava a trovare Giuditta quasi tutte le settimane però qualcosa stava cambiando, diventava sempre più freddo e scostante e, piano piano, la sua eccessiva vanità iniziava a far capolino silenziosamente. L’ignara Giuditta stava per scoprire cosa significava avere a che fare con una persona con il culto di se stesso.

Spesso, quando parlavano, Vespasiano era più interessato al suo riflesso nello specchio o cercava di dirottare la conversazione sulla sua persona, quindi, mentre Giuditta gli confidava la paura per un imminente intervento chirurgico, lui la interrompeva con frasi tipo: “Però mi sta proprio bene questa pettinatura”, “Guarda che fisico che ho, con quella nuova maglia che ho comprato lo sai come si notano i pettorali?”, “ma secondo te quale colore mi fa risaltare gli occhi?”.

Passava ore e ore in bagno ad aggiustarsi i capelli in modo maniacale, non aveva un pelo fuori posto e ogni superficie era una buona occasione per poter controllare che tutto fosse apposto. Parlava incessantemente di come fosse bravo, capace e bello… anche se in realtà tutte queste caratteristiche non gli appartenevano neanche lontanamente.

Giorno dopo giorno la loro storia andava sempre di più alla deriva, lui si stava allontanando piano piano e capitò anche che sparì per quasi due giorni. Giuditta provò a contattarlo più volte, ma lui non rispondeva né ai messaggi e né alle telefonate. Spaventata che fosse successo qualcosa, chiamò la sorella di lui che la tranquillizzò e la fece richiamare: il poverino era nervoso e non aveva voglia di sentire nessuno, per questo motivo aveva deciso di sparire da un momento all’altro senza dire niente.

Giuditta era un po’ provata da questi comportarmi e iniziò a farfugliare l’idea che doveva mettere un punto ad una relazione che non le piaceva. Aspettava di rivedere nuovamente Vespasiano per potergli parlare di persona dei suoi dubbi sulla loro storia, ma le visite iniziarono a diradarsi. Una delle ultime volte che si videro, Giuditta non ebbe il cuore di lasciarlo, perché lui si presentò pieno di buone intenzioni. Parlarono, ed entrambi ammisero che c’erano dei problemi che dovevano risolvere per continuare a mandare avanti una storia che era palesemente sull’orlo di un baratro.

Le buone intenzioni c’erano, ma si sa: fra il dire  e il fare c’è di mezzo il mare.

Quella stessa sera, ritornato a casa, Vespasiano telefonò Giuditta e si mise a dormire mentre la poverina gli diceva di come fosse contenta di averlo visto e di aver notato in lui la voglia di cambiare: <<Pronto?…. Pronto?…. Vespasiano?>> .

La mattina seguente, quando Giuditta un po’ risentita gli disse che si era addormentato, lui si fece una candida risata archiviando il tutto come stanchezza.

Quell’episodio fu l’inizio della fine.

Ormai non si sentivano quasi più e quando Giuditta gli chiese di vedersi per parlare, Vespasiano, fiutando l’imminente rottura, anticipò i tempi:

<< Giuditta, è inutile che ci vediamo. Io ho capito che non posso più stare con te.>>

<<Ma veramente?- rispose Giuditta con una punta di ironia- E per quale motivo?>>

Vespasiano, che non ha mai brillato per intelligenza, continuò con tono solenne:

<<Ho capito che sei troppo piccola per me. Ci passiamo ben sette anni, sono tanti. Ed è per questo che la nostra storia non va avanti, io voglio una donna più grande, magari mia coetanea. >>

<< Sì, in effetti hai ragione, spesso mi viene da chiamarti papà>> ironizzò Giuditta divertita.

<<Davvero? Vedi… è inutile continuare a prenderci in giro. È meglio se ci lasciamo.>>

Giuditta, non osò contraddirlo e chiuse la conversazione dicendo: << Già, in bocca al lupo per tutto!>>.

Il giorno seguente la loro dipartita, andammo in soccorso con Zia Tina a casa di Giuditta, credendo di trovarla in lacrime. Quando arrivammo ci accolse sorridendo dicendo: << Ragazze! Stasera tutte fuori! offro io. Bisogna festeggiare!>>

Un po’ sbalordite, l’assecondammo.

Passammo una bellissima serata, Giuditta era felice e spensierata, come se la rottura, al posto di buttarla a terra, le avesse fatto bene.

Ovviamente parlammo di Vespasiano e di tutta la situazione e scoprimmo i motivi di tanta felicità:

<< Ragazze, ho provato a far andare questa storia, ma lui è sempre stato scostante. I primi periodi era fantastico, però dopo il primo mese ha iniziato a non farsi sentire, a trovare scuse per non venirmi a trovare. Per avere la sua attenzione bisognava parlare di vestiti, di come fosse bello o stesse bene. Insomma non riuscivo a trovare più validi motivi per poter continuare ad andare avanti, e quando parlavo con lui per cercare di risolvere, non mi prestava attenzione.>>

Zia Tina, dall’alto della sua acidità, rispose: << A me non è mai piaciuto, un deficiente incapace di formulare una frase di senso compiuto. E perdonami se te lo dico, ma secondo me si trucca. >>

Io scoppiai a ridere, come al solito zia Tina tentava di sminuire l’ennesimo caso umano sputando veleno, ma dalle risate di Giuditta iniziò a balenarmi l’idea che forse, le sue, non erano parole a casaccio.

<<Beh, in realtà non hai torto>> disse Giuditta divertita.

<<Si trucca?>> domandai sbalordita.

<<Sì, mette il fondotinta. All’inizio la cosa mi sembrava strana e chiesi a Chiara, l’amica che ci presentò. Lei mi disse che era solito farlo e che spesso litigava con la sorella perché le rubava i suoi prodotti. Inoltre mi disse che era anche solito usare eyeliner e mascara, soprattutto quando andava in discoteca. >>

Io rimasi senza parole e Zia Tina, ridendo, rispose smettendo di sorseggiare il suo cocktail: << Ora capisco perché sei così felice della tua dipartita>>

<<Poco intelligente, incapace di gestire le situazioni, egocentrico, vanitoso… non sarei riuscita a sopportare anche il fatto di dover stare attenta a non farmi rubare i trucchi.>> concluse Giuditta ridendo.

E come darle torto?

Brindammo a Vespasiano e alla sua vanità e l’argomento non fu mai più preso.

Attualmente Vespasiano è sposato con Lucrezia, relazione nata mentre era fidanzato con Giuditta e che ufficializzò a distanza di una settimana dalla dipartita con quest’ultima. Lucrezia non è sua coetanea, ha 12 anni meno di lui.

L’amore non ha età…. o forse sì?

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  1. Un amore (quasi) perfetto
  2. La bellissima storia dell’amore fasullo di un uomo fedifrago 

16 commenti

  1. Beh,cosa poteva aspettarsi la tua amica da uno che si laurea a 30 anni??? In più si mette fondotinta,trucco sugli occhi….Ci credo che se le cerchi più giovani:non potrebbe mai tenere testa a una della sua età! E poi lei lo sfanculerebbe nell’immediato. É vero che l’amore non ha età,ma vale solo per le persone dotate di intelletto 😃

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  2. L’amore non ha età?
    Si e no .. l’età anagrafica può esser diversa ma quella dell’animo coincide sempre 🙂
    Libro sull’argomento .. mmh vediamo lettere d’amore di Michelet e Mialaret

    Un po’ scalognata sta Giuditta…
    Sto vespasiano ha qualche similarità con l’ex di una mia amica
    anche lui fissoso con l’aspetto e con un narcisismo abbastanza radicato
    alla fine …meglio cosi 🙂

    Certo che “ .. voglio una donna più grande..” e poi si mette con una 18n dopo una settimana…
    Ma trova una altra scusa per Dio 😀

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