Confessioni di un clochard – Jorge Vivanco [Recensione]

Oggi vi parlo di Confessioni di un Clochard.
Buona Lettura!
🙂

Titolo: Confessioni di un clochard
Autore: Jorge Vivanco
Casa Editrice:  Edizioni Fogliodivia (23 ottobre 2019)
Prezzo copertina: 13 €
Numero pagine: 200
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Trama: I mendicanti della città di Quito sono scomparsi. È successo tutto in una notte, all’improvviso. La loro scomparsa ha liberato le strade della capitale ecuadoregna dai loro corpi malconci, dalle loro luride vesti e dalle loro implorazioni di carità. Dopo una retata della polizia sono stati tutti rinchiusi in piccolo commissariato. Ma nessuno può rinchiudere o cancellare le loro storie, i loro odori, il passato di questo popolo cencioso ed invisibile che reclama solo cibo e libertà, chiedendosi a gran voce «se siamo o non siamo necessari?». Nelle notti di detenzione il gruppo di straccioni, guidato dalla vecchia Gertrudis Tadeo, inizia a liberarsi. A raccontarsi, a condividere come una ballata collettiva le loro storie, i loro segreti più intimi, i loro destini più crudeli. Ed il potere delle parole diventa strumento di salvezza, di redenzione. Un libro duro, scomodo, rabbioso, come le vite dei mendicanti che si intrecciano, che provano a restituire brandelli di dignità perduta e ad infastidire il senso di carità che ciascuno di noi è convinto di possedere.

Confessione di un clochard è un libro che raccoglie le storie di un gruppo di senza tetto che si ritrova a condividere un’improvvisa prigionia. Vengono arrestati perché si vogliono pulire le strade della città di Quinto dalla loro presenza.

I clochard, che non hanno commesso alcun tipo di crimine, si ritrovano improvvisamente privati della loro libertà e cercano di capire il motivo, ma le guardie non danno una spiegazione, anzi, sedano qualunque tentativo di lamentela con una violenza che non ha motivo di esistere, anche perché alcuni dei prigionieri sono debilitati da una vita fatta di stenti e privazioni. Qualcuno, inoltre, ha evidenti problemi – sia fisici che psichici. Quale male potrebbero mai arrecare fra un delirio religioso e una richiesta di spiegazioni?

Dello stesso avviso non è però il sottufficiale Bajana, un mostro travestito da tutore dell’ordine, con un passato pieno di terribili macchie. Quasi non accetta che lo abbiamo costretto ad arrestare quelle persone, lui è abituato a torturare i ribelli, ne trae piacere. E da un gruppo di mendicanti malandati, quale resistenza può sperare di ottenere?

Iniziano a turno a raccontare la propria storia, prima fra tutti Gertrudis, che quasi si autoproclama il capo, anzi, la mamma di quella strana combriccola. Noi lettori, ci rendiamo conto di come le loro storie sono legate da un filo, a volte, impercettibile.

Lo stile dell’autore è molto fluido. Spesso la narrazione è dura, ma certi orrori non si possono addolcire, vanno raccontati per quello che sono. La violenza è violenza, da qualsiasi lato la si guardi.

Jorge Vivanco dà voce ad una categoria di persone che spesso viene ritenuta invisibile e di cui tante volte si parla solo per mettere in mostra il degrado di una città; dimenticando che molti di loro hanno una storia e una famiglia alle spalle che, per qualche motivo, hanno abbandonato. Non sono solo la mano che chiede la carità, sono persone con una dignità e una storia da raccontare.

” […] Tuttavia, come laureato in lettere, non escludo di essere stata mosso dalla curiosità, di aver cercato quegli angoli dove avrei potuto passare più inosservato per impossessarmi dei drammi altrui. Caddi e conobbi la miseria, la pazzia, l’eccesso, anche la solidarietà e persino la tenerezza dei bassifondi”

La descrizione del comportamento delle guardie fa pensare a fatti di cronaca e avvenimenti del passato. Pensiamo ai campi di sterminio, o all’ultima terribile storia di un uomo ucciso da un poliziotto nel momento in cui era inerme a terra, caso che poi ha dato inizio al moto di protesta denominato #BlackLivesMatter. Purtroppo esistono uomini di indole cattiva che, nel momento in cui si trovano in una posizione di potere, non ci pensano due volte a prevaricare sul debole, facendo uscire anche una vena sadica,  e Vivanco, nella sua storia mette in evidenza ciò.

Confessioni di un clochard è un libro ricco di spunti di riflessioni, duro da leggere, ma necessario in quanto dà voce a persone considerate spesso invisibili.

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2 commenti

  1. Una recensione interessante su un libro altrettanto interessante e soprattutto necessario. Effettivamente si parla in maniera molto sbrigativa e a volte piena di pregiudizi sulle clochard e un romanzo dedicato a loro è una cosa molto bella e utile per aprire la mente anche alle persone.

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