Vi prego, cercate di capire – May Sarton [Recensione]

Oggi vi parlo di Vi prego, cercate di capire, libro scritto da May Sarton, edito da Astoria.

Guardando la copertina, in cui un’amabile donna avanti con l’età sorride, si ha l’idea di avere fra le mani una storia che racconta la sua avventurosa vita. Purtroppo però, l’argomento trattato nel libro riguarda tutt’altro: si parla di una donna costretta a vivere in una casa di riposo, che decide di raccontare in un diario le angherie subite.

Buona lettura!

Titolo: Vi prego, cercate di capire
Autrice: May Sarton
Casa Editrice: Astoria (19 settembre 2019)
Numero pagine: 131
Prezzo copertina: 16 €
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Trama: Anni cinquanta. Rinchiusa in una casa per anziani a seguito di un infarto che non le consente più di vivere da sola, Caroline Spencer, 76 anni, ex insegnante di matematica, scrive un diario per tenere attiva la mente. Ha vissuto come ha voluto, grandi viaggi estivi in Europa, in Inghilterra in particolare, dove ha incontrato un uomo sposato con cui ha intrattenuto una relazione trentennale, amici, discussioni. L’infarto le ha rubato l’indipendenza: dopo l’ospedale si era trasferita dal fratello John, sposato con una donna molto più giovane di lui e che Caroline non ha mai trattato bene. Non stupisce se dopo poco le trovano una casa di riposo e ce la portano. Questa è gestita dalla signora Hatfield e da sua figlia, che mescolano indifferenza e cattiveria nei confronti dei loro pazienti. Inizia così per Caro una vera discesa agli inferi, da cui cerca di sottrarsi scrivendo, ricordando fatti della vita e proprie caratteristiche personali, osservando ciò che capita attorno a lei, riflettendo sulla natura del potere dell’uomo sull’uomo. Ed è così che riusciamo a capire la natura di Caro, una donna, appunto, indomita, che pur di non sottostare alle continue umiliazioni e vessazioni da parte di Hatfield e figlia, decide di lottare fino alle estreme conseguenze.

“Non sono pazza, sono solo vecchia, Faccio questa affermazione per darmi coraggio. Per darvi un’idea di cosa intenda io per coraggio, basti dire ce mi ci sono volute due settimane per riuscire ad ottenere questo quaderno e una penna. Mi trovo in un campo di concentramento per vecchi, un posto dove la gente scarica i genitori o parenti proprio come se si trattasse di un bidone dell’immondizia.”

Caroline ha 76 anni e, a causa di un infarto che ha compresso la sua quotidianità, è costretta ad andare a vivere in una casa di riposo. Prima di prendere questa decisione, ha provato a andare a vivere con il fratello, ma a causa del rapporto conflittuale con la cognata, la convivenza non è andata a buon fine. Nella struttura viene accolta da due donne, che con il passare del tempo, si rivelano delle arpie. Siccome ha problemi di memoria, Caroline decide di tenere un diario, in cui ogni giorno scrive quello che le accade e non perde occasione per raccontare vecchie storie dei tempi passati. Inoltre si lascia anche andare con riflessioni riguardati la natura del potere dell’uomo, l’uomo in sé. Parla di amicizia e di vecchiaia e di come quest’ultima ti priva di tutto, nonostante dentro si abbia un animo giovane.

“La vecchiaia in realtà è un travestimento sotto al quale nessuno riesce a vedere se non i vecchi stessi. Io mi sento esattamente come mi sono sempre sentita, giovane dentro come quando avevo ventun anni, ma il guscio esteriore nasconde la vera me – a volte anche lei stessa – e rinnega quella persona nascosta ne profondo, sotto le rughe e le macchie della pelle e tutti gli orrori del decadimento. “

Il libro è carico di sentimenti e spinge il lettore a riflettere. Il finale, purtroppo, è drammatico e la storia in sé è un pugno nello stomaco, in quanto mette in evidenza la decadenza umana: Caroline era una donna vitale, piena di storie da raccontare riguardanti la sua gioventù. Ora è costretta a stare in una casa  di riposo e deve sottostare alla cattiverie delle donne che la gestiscono, elemosinando un po’ di gentilezza e amicizia.

Consiglio la lettura!

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3 commenti

  1. io con la copertina avevo drammaticamente pensato che la vecchia fosse una madre che alla corte di giustizia cercava di difendere il figlio che aveva commesso un reato e per convincere i giudici raccontava la sua storia… LOL

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  2. Non mi sembra che la copertina si dissoci tanto dal contenuto. Vero che questo tratta di un presente, ma vi si riflette un passato che, mi pare, affiori determinante a dare forma al personaggio.
    Comunque, è un dettaglio. Quello che conta è la tristezza di una vicenda che se ha il nome di Caroline di certo di nomi potrebbe averne migliaia d’altri, tanto è ricorrente il caso dell’isolamento e del rigetto. E dire che è un destino a cui nessuno sfugge.

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  3. Non so se lo leggerò… proprio perché spero tanto, data l’età, di non finire in una casa di riposo… perpetuo.
    BUONGIORNO.
    Quarc

    P.S.: Chissà… forse potrebbe piacerti leggere il libro che ho scritto io.

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