L’amuleto di Gert Nygårdshaug [Recensione]

Oggi vi propongo la recensione del primo libro che ho letto quest’anno:  L’amuleto di Gert Nygårdshaug ed edito da Sem.
Buona Lettura!
😀

Titolo: L’amuleto
Autore: Gert Nygårdshaug
Casa Editrice:  SEM (20 settembre 2018)
Numero Pagine: 190
Prezzo copertina: 17€
Acquistalo su AmazonL’amuleto
TramaFredric Drum, enologo e proprietario del ristorante più prestigioso di Oslo, è un esperto crittografo. Oltre ad avere la passione per la decifrazione dei geroglifici maya e della Lineare B, ama bere raffinati vini d’annata, solo o in compagnia, viaggiare e immaginare nuovi piatti per il menu del suo locale esclusivo. I giornalisti delle riviste scandalistiche gli hanno affibbiato il soprannome di Pellegrino, che lui detesta. La sua curiosità lo porta spesso a ficcarsi nei guai ed è terrorizzato dall’idea di mettere radici, così ogni sei mesi cambia pensione. È ancora innamorato di una bella ragazza francese, rimasta vittima insieme a lui di una tragica vicenda anni prima, e non riesce a dimenticarla. Anche per questo è felice di partire per la Rødalen, un’incantevole valle norvegese, dove vengono rinvenute due mummie di palude.
Fredric viene invitato a collaborare con il team di esperti incaricato di analizzare la sensazionale scoperta. Oltre ai corpi, infatti, vengono trovati alcuni oggetti decorati da particolari iscrizioni, che Fredric ha il compito di decifrare. Mentre il sommelier si prepara alla partenza, la sua vita viene messa a soqquadro da alcuni inspiegabili avvenimenti. Coinvolto in un incidente in barca, cade in mare e, tra le acque gelide del fiordo, recupera una strana bambola che ricorda i feticci usati dai cacciatori nei racconti della mitologia nordica. Il ritrovamento di questo amuleto segna l’inizio di una serie di fatti misteriosi che metteranno a rischio la sua stessa incolumità. Tra morti sospette e incontri con inquietanti figure che popolano l’incantevole panorama norvegese, Fredric Drum dovrà lottare per salvarsi e per svelare la verità nascosta dietro ai reperti archeologici.
Gli eventi, apparentemente scollegati tra loro, si intrecciano in un complesso piano criminale dai risvolti raccapriccianti. Gert Nygårdshaug, autore di culto in Norvegia, porta il lettore in un mondo in cui la natura incontaminata e il mito si fondono in un romanzo intenso e appassionante.

L’amuleto è un thriller norvegese che inaugura  una serie di dodici libri, scritti da Gert Nygårdshaug, incentrati sulla figura di Fredric Drum.

È un libro dal potenziale inespresso. Non mi va di inserirlo tra le cattive letture, in quanto ha delle caratteristiche che mi sono piaciute e che lo rendono affascinante, ma resta comunque una storia che ho letto con fatica.

La storia è misteriosa, imprevedibile e sono sparse interessanti nozioni riguardanti la non conosciutissima cultura esquimese.

<<Barek>> disse Fredric, appoggiando la bambola al centro del tavolo <<è antica quanto la cultura esquimese. È stata usata per centinaia di anni come amuleto per la caccia perché le si attribuiva un grande potere. Ma come si sa, è la superstizione a dare tali poteri, e questa bambola non è più magica di qualunque altra.>>

Fredric Drum è un bel protagonista, costruito bene, interessante e polivalente. Viene presentato come un enologo, proprietario del ristorante più prestigioso di Oslo, ed è un esperto crittografo. Provano a ucciderlo diverse volte, ma lui prosegue per la sua strada come se nulla fosse. Non si lascia ingannare dalle apparenze e osserva con attenzione tutto quello che gli accade. Queste caratteristiche, unite a una buona dose di fortuna, gli fanno scoprire una verità a dir poco assurda.

L’inizio, nonostante degli avvenimenti abbastanza gravi, è un po’ lento. Viene presentato il personaggio di Frederic Drum, e il lettore conosce alcuni degli eventi salienti della sua vita.

La storia ruota intorno alla comparsa di una misteriosa bambola- feticcio e alla scoperta  di alcune mummie di palude, anche se è difficile capire quale sia- in effetti- la trama vera e propria. Regna un po’ di confusione, vengono raccontate troppe vicende e troppi misteri, tutti slegati tra di loro.

Lo stile dell’autore è abbastanza semplice, anche se spesso troviamo descrizioni che appesantiscono la narrazione: che senso ha dedicare numerose pagine alla pesca? Assillare il lettore con dettagli riguardanti lenze, esche, cosa accade quando un pesce abbocca e quant’altro? Nessuno…

Una delle cose che meno ho apprezzato è che il protagonista non dialoga con il lettore: siamo spettatori di ciò che gli accade, ma non veniamo coinvolti nella soluzione del mistero. Fredric durante la storia ha dei sospetti, fa delle supposizioni, ma non ci vengono rivelate se non nelle ultime dieci pagine.

Insomma, L’amuleto non è un libro che mi ha del tutto convinta, nonostante abbia un fascino misterioso dettato dalla presenza delle mummie e da una palpabile coltre superstiziosa.

Se fossi una professoressa a un incontro scuola famiglia direi ai genitori: “L’alunno è intelligente, con un ottimo potenziale, ma potrebbe fare di più”. 

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