Game of Thrones [8×6]: una fine ingloriosa

***Avviso ai naviganti***

La seguente recensione è piena di spoiler
Buona Lettura

E anche il Trono di Spade è giunto alla fine. La serie tv che ha tenuto incollati i suoi spettatori per otto stagioni, si conclude con un episodio finale orrendo, che non rende giustizia alla grandezza della storia creata da George Martin. In tanti speravamo che, nonostante i cinque episodi pieni di brutture e scelte opinabili, ci sarebbe stata una degna conclusione, ma così non è stato.

L’episodio è terminato, Game of thrones è giunto alla sua conclusione, e la delusione è davvero tanta.

La puntata inizia con Jon Snow, Tyron e Ser Davos che entrano nella città per valutare la situazione. Vedono bambini morti a terra e persone carbonizzate; i sopravvissuti vagano ustionati o piangono. Tyron vuole assicurarsi che il fratello sia riuscito a scappare e va a controllare nelle cripte, ma da un cumulo di calcinacci vede spuntare la mano di ferro di Jaime. Si avvicina, toglie delle pietre e scopre il fratello e la sorella morti. Si lascia andare al dolore. Nella scorsa stagione sembrava che fosse crollato tutto, invece scopriamo che era venuta giù solo la parete sopra i due amanti. (wtf?)

Nel frattempo i soldati di Daenerys si sono radunati in uno spiazzale. I dothraki esultano, gli immacolati attendono osservando un ordine marziale. Mad queen arriva con Drogon e fa un discorso in cui ringrazia il suo popolo e dichiara che la guerra non è finita, perché sono tante le popolazioni che devono essere liberate. Il trono di spade e la morte di Cersei, sono solo l’inizio. Tutti l’acclamano ad eccezione di Jon Snow, che guarda la scena con la sua solita espressione da “ma cosa ci faccio io qui”, e Arya, che alla fine della puntata precedente avevamo visto scappare con un cavallo bianco, ma a quanto pare era andata a fare un giro intorno alla città. Tyron arriva al fianco di Daenerys e si scambiano due battute dove lei gli dà del traditore, lui risponde dicendole che ha distrutto una città e butta la spilla da primo cavaliere a terra. Daenerys, che è nel pieno della sua potenza, non si fa di certo zittire dal folletto e ordina ai suoi soldati di arrestarlo. Tutti vanno via, Jon guarda Arya sorpreso, chiedendole cosa ci facesse lì e lei dice che era andata a uccidere Cersei, ma la sua regina aveva fatto prima. Inoltre mette in guardia quello che una volta era suo fratello, facendogli notare che mad queen non si sarebbe fermata ad Approdo del re e lui potrebbe essere il prossimo a essere ucciso, in quanto erede legittimo al trono. Jon che nonostante abbia assistito alla furia omicida di Daenerys, continua con la solita solfa “Lei è la nostra regina” e Arya gli risponde: “vallo a dire a Sansa. Io so riconoscere un’ assassina.”

Jon va a parlare con Tyron che finalmente ha smesso i vestiti di scemo di corte, e ha capito che Varys aveva ragione. Parte con uno dei suoi soliti monologhi che tanto abbiamo apprezzato nelle vecchie stagioni. Prova a far ragionare Jon Snow, il quale continua a giustificare la mad queen: “Le hanno ucciso il drago, hanno tagliato la testa alla sua amica. È normale che abbia dato di matto”. Tu, spettatore, guardi attonito lo schermo, vorresti essere lì e tirargli una sberla alla “Batman e Robin”, ma ti limiti a gridare: “ma possibile che non ti rendi conto che hai davanti una pazza che ucciderà te, tutti quelli che non si inchineranno a lei e si ergerà a tiranna? Sveglia! Idiota!”.  Tyron, avendo capito di trovarsi di fronte a uno stupido, ci riprova cercando di prendere la faccenda da un altro verso: “Ma tu, se ti avessero ucciso il metalupo, avresti bruciato una città e i suoi abitanti innocenti?” e Jon risponde con il suo solito “I don’t know…”. Tyron non molla, la prende dal lato sentimentale:“La amo anche io, non ho avuto il tuo stesso successo, ma tu devi fare qualcosa, la devi fermare!”. Jon insiste peggio di un disco rotto: “Lei è la mia regina”, e saluta il folletto con una pacca sulle spalle: “mi dispiace che sia andata così”. Tu, spettatore, combatti contro la voglia di tirare il telecomando contro lo schermo e ti limiti a morderlo. Tyrion lancia la sua ultima carta: “le tue sorelle si inginocchieranno a lei? e cosa succederà quando non lo faranno?”. Jon Snow va via con la sua solita faccia mono espressiva.

Colui che nulla sa decide di andare dalla sua bella. Vede un cumulo di cenere che si muove, è Drogon che controlla la zona dai brutti ceffi, ma vedendo zerbino Jon lo fa passare. Daenerys ammira gioiosa l’ambito trono di spade. E quando arriva Jon lo accoglie con una storiella che le raccontava il fratello, fratello che ha guardato morire impassibile mentre khal Drogo gli versava in testa dell’oro fuso. Jon le sbatte subito in faccia la realtà: “hai bruciato dei bambini” e lei, tranquilla e serena, gli replica:“Io ho provato a far pace con Cersei, ma lei ha usato il popolo come arma contro di me. Sono stata costretta a bruciarli”. La discussione continua, Jon parla di compassione e le chiede di perdonare Tyron, ma la mad queen, all’apice della sua pazzia, dice: “non posso, altrimenti ci prendono per mollaccioni. Anzi, sai che facciamo? Importiamo il nostro modus operandi per i sette regni. Liberiamo tutti dalla tirannia. Io so quello che è giusto! Gli altri non sono capaci di scegliere. Io sì! Liberiamoli tutti e vrusciamo chi non vuole inginocchiarsi a me!”.

Si abbracciano, si baciano, Jon le dice che lei sarà sempre la sua regina, e l’accoltella al cuore. Daenerys che, non ha neanche provato l’ebbrezza di sedersi sull’ambito trono, muore fra le braccia del suo amato Jon.

Drogon avverte che qualcosa non va, e si precipita nella stanza del trono, semi distrutta dopo l’attacco. Vede sua madre esanime a terra e si avvicina a lei cercando di svegliarla dal suo sonno di morte. Avendo capito che è morta, distrugge la cosa che l’ha uccisa: il trono di spade. Una scena priva di dialoghi, ma ricca di significato.  Afferra Daenerys con i suoi artigli e vola via. 

The end? Ovviamente no, perché bisogna decidere chi far salire sul figurato trono di spade. La scena si apre con un gran consiglio, tutti i signori di Westeros sono lì per nominare il re dei sette regni. Verme Grigio accompagna Tyron incatenato, scopriamo che Jon, il legittimo erede al trono, è prigioniero. I signori e le signore litigano, si minacciano… ma ser Davos cipolla richiama tutti all’ordine. Siccome sono incapaci di discutere fra di loro, chiedono consiglio all’unico che è incatenato e non potrebbe proferir parola: Tyron. Il folletto fa il suo discorso e suggerisce Bran come re di Westeros: Lui conosce la storia, mica è un ignorante come giosnò. Tutti sembrano essere d’accordo, ma Sansa prima di dare il proprio voto a favore, chiede a Bran l’indipendenza del nord. Bran, che scopriamo essere stato soprannominato “lo spezzato” e che ricordiamo non voleva il potere, le accorda quanto chiesto e diventa re dei sei regni. Tyron viene di nuovo insignito con il titolo di primo cavaliere, anche se non lo voleva. Zerbino Jon, il legittimo erede al trono che durante il consiglio nessuno ha nominato, viene rispedito sulla barriera come guardiano della notte. Cosa dovrà guardare non si sa, ora che gli estranei non rappresentano più un pericolo, ma così è… sti ca*zi.

Arriva il momento dei saluti:

  • Arya comunica che non tornerà a Grande Inverno, ma andrà alla scoperta di nuove terre;
  • Sansa diventa regina del Nord;
  • Gli immacolati fanno rotta verso Naath;
  • Jon ritorna sulla barriera, dove lo aspettano Tormud e Spettro, che finalmente accarezza;
  • Brienne diventa lord comandate della guardia reale e scrive la storia di Jaime: morto proteggendo la sua regina.

Ha inoltre luogo il primo concilio ristretto, dove scopriamo che Bronn è diventato maestro del conio, Sam Gran Maestro, Ser Davos Maestro delle Navi; mancano ancora all’appello il maestro dei sussurri e quello delle leggi.

The End

Considerazioni

Mi viene difficile commentare quest’ultimo episodio, speravo che in qualche modo potesse salvare la stagione, ma così non è stato. La puntata è iniziata anche bene:  Tyron e Jon Snow camminano per la città distrutta, e guardano sconvolti la distruzione che hanno portato Daenerys e la sua ambizione. Tyrion, in particolare, osserva una campana a terra. Hanno atteso speranzosi il suo suono, la gente lo ha implorato e, nonostante la resa, la salvezza non è arrivata. Solo fuoco e sangue.

Daenerys è all’apice della propria forza: ha sterminato Cersei, vendicato la sua famiglia e ripreso il trono. Ringrazia i suoi eserciti, che l’acclamano, e dichiara che Approdo del Re è solo l’inizio. Lei porterà la libertà, con modi decisamente opinabili.

Dopo il discorso, la vediamo tronfia e potente allontanarsi per recarsi nella sala dell’ambito trono. Da questo punto in poi la puntata cade in un baratro.

Il suo personaggio, del quale ho apprezzato l’evoluzione, in questa puntata è troppo estremizzato, sembra che abbiamo a che fare con la Jack Torrance di Westeros. Il colloquio che ha con Jon nella sala del trono, poco prima di morire, la mostra con deliri di onnipotenza, e questo cambiamento improvviso (troppo improvviso) non mi è piaciuto.

Il discorso di Tyron, nel quale fa ammenda per aver creduto in Daenerys, si apprezza, insieme ai suoi tentavi di convincere Jon. Le sue sono le parole di un uomo innamorato che ha affrontato la consapevolezza che la distruttrice di catene abbia un concetto di libertà basato sul terrore. La scena però viene rovinata da Jon Snow. Gli autori volevano dare l’idea di un personaggio dilaniato dall’amore per una donna folle e spietata. Lo vorrebbero mostrare insicuro, debole e combattuto. Purtroppo però non ci riescono, Jon sembra solo uno zerbino assoggettato al volere della sua bella, incapace di essere razionale. Non è più lo stratega, non è più il combattente. È l’ingenuo innamorato che si è fidato della persona sbagliata, pieno di buoni principi che non riesce a mettere in atto, perché una parte delle persone che lo circonda non li condividono.

Lui però, per quanto cerchino di mostrarlo titubante è consapevole di tutto, sa a cosa va incontro. Diciamoci la verità: chi è rimasto stupito dal comportamento di Daenerys? Credo pochi, la strage era preannunciata.

L’indecisione di Jon e il comportamento che ha avuto per tutta l’ottava stagione, fanno perdere di drammaticità l’omicidio di Daenerys. Lo sapevamo che  sarebbe andata così, non siamo stupiti, né dispiaciuti. La scena in questione lascia ben poco allo spettatore, a differenza invece della sequenza successiva che vede protagonista Drogon. Il drago sfoga la rabbia derivante dalla morte della madre, contro il trono. Dopo una piccola esitazione su Jon, lancia il suo fuoco distruttivo sull’oggetto che ha causato distruzione e morte. Il suo gesto fa riflettere. Dopo il tirannicidio compiuto da Jon Snow c’è un vuoto di sceneggiatura enorme: chi lo scopre? Si autodenuncia lui? Come reagiscono le truppe di Daenerys, perché non lo uccidono subito? Perché i dothraki lo risparmiano?

Non lo sapremo mai.

Anche questo episodio non è esente da scelte opinabili:

Durante il concilio viene interpellata l’unica persona che non ha diritto decisionale in quanto prigioniero: Tyron. Nel corso dell’intera serie ha tradito la sua famiglia, abbracciato la causa di Daenerys, cospirato alle sue spalle e spinto Jon a ucciderla. Insomma, per quanto noi spettatori possiamo apprezzare il suo personaggio, all’interno della storia dovrebbe essere l’ultima persona a essere ascoltata, eppure tutti pendono dalle sue labbra. E in questo frangente Jon Snow non viene menzionato neanche una volta, lui che è l’erede legittimo. Anzi, dopo che è stato eletto il re, dichiarata l’indipendenza del nord e tutti si sono assicurati il proprio pezzetto di terra e la propria libertà, viene deciso che deve tornare tra i guardiani della notte sulla barriera, che ricordiamo essere stata distrutta da Viserion zombie. Cosa debba guardare resta un mistero, dato che i Bruti sono diventati alleati e gli estranei non rappresentano più un problema.

La scelta di affidargli nuovamente il ruolo di  Lord Comandante avrebbe avuto senso se l’avesse deciso lui: l’uomo resuscitato  che ha perso entrambe le donne che amava  in circostanze violente, cresciuto come un figlio bastardo, scopre di essere erede di un trono che non vuole. Dopo aver ucciso una futura tiranna, abdica a favore del fratello Bran scegliendo di abbandonare i giochi di potere. Decide di andare a vivere con il popolo libero. E invece no… in punizione sulla barriera! Una fine davvero priva di gloria per l’unico personaggio che ha sempre cercato di fare la cosa giusta.

Non posso non menzionare Bronn, un taglia gole nominato maestro del conio all’interno del concilio ristretto, un ruolo che non dovrebbe spettare a una persona corrotta come lui. Credo che non ci sia bisogno di commentare una bruttura del genere.

Inoltre troviamo tante contraddizioni, la più grande riguarda Bran: il corvo a tre occhi che ha sempre dichiarato di non volere il potere, si reca appositamente ad Approdo del re perché sa che avrebbe avuto la corona.

Tante domande restano e, ovviamente, non troveranno risposta: perché Jon che è stato mandato sulla barriera, si allontana con il popolo libero? La presenza di Arya ad Approdo del re, a cosa è servita? Possibile che i dothraki, Verme Grigio e i suoi immacolati, non abbiamo torto neanche un capello a Jon Snow dopo che  ha ucciso la loro regina? Che fine hanno fatto i Dothraki?  Chi è  il nuovo principe di Dorne? Le vipere della sabbia non avevano ucciso tutti i discendenti maschi? Perché Bran, durante la battaglia di grande inverno si mette in collegamento telepatico con dei corvi che volano incontro alla tempesta di neve? Qual era lo scopo della sua visione? A chi ha scritto Varys? Che senso aveva il cavallo bianco con cui scappa Arya? Come ha fatto Sam a diventare Gran mastro, dato che ha rubato dei libri e ha moglie e due figli? Perché esistono ancora  i guardiani della notte? Tutto l’allenamento di Arya, la storia delle facce, è servito solo per vendicarsi di Walder Frey?

Io suppongo sia difficile scrivere il finale di una serie amata e seguita come il Trono di Spade, purtroppo non è semplice accontentare i milioni di fan. Gli autori, per qualche strano motivo, hanno deciso di concludere con facilità delle storie famose per le loro trame intrecciate, fatte di cospirazioni e colpi di scena.

Il problema non è stato il finale: Bran sul trono, Daenerys uccisa da Jon Snow, Sansa regina del Nord… Il problema è stato il percorso seguito per giungere a destinazione: la classica via più semplice, rattoppata con catrame scadente e che si riempe di buche quando piove.

Purtroppo abbiamo atteso per anni un epilogo che si è mostrato deludente, dove la maggior parte delle storie sono state banalizzate, e pochi sono stati i personaggi che hanno avuto un finale degno.

Chissà se mai ci sarà uno show televisivo potente quanto il Trono di Spade, nel frattempo speriamo che D&D facciano ammenda e che George Martin scriva i libri finali della saga.

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12 commenti

  1. La bruttezza sta nell’occhio di chi guarda.

    Ecco, dal mio punto di vista, qualche lacerto di risposta – pensieri troppo poco articolati per poter essere considerati risposte vere e proprie.

    Bran: quando dichiarava di non volere il potere era proprio perché, sapendo tutto, sapeva altresì che se avesse detto il contrario Daenerys non avrebbe esitato un istante a farlo arrostire da Drogon.

    Jon: è l’Amleto di Westeros, in preda al dubbio, combattuto fra sentimenti contrastanti, un attimo prima della fine decide di fare quel che gli hanno chiesto.

    Daenerys: ci sono volute otto stagioni per farla diventare pazza come suo padre («Bruciateli tutti!»), ma che quello fosse il suo destino è evidente fin da quando (appunto) assiste all’orribile morte del fratello e si limita a commentare «Non era un drago».

    Barriera: non era stata interamente abbattuta da Viserion, ma solo in parte, nei pressi di Forte Orientale.

    Domanda delle cento pistole: per me banale è ciò che è scontato, prevedibile; invece per te è tutto quanto non corrisponde ai tuoi desideri? 🙂

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    • Ciao! Grazie per la tua opinione.

      Rispondo alla tua domanda finale: è ovvio che avendo seguito una serie per ben otto stagioni, mi sia creata delle aspettative e sono rimasta delusa nel momento in cui non le ho viste accontentate. Non ho mai voluto Jon o Daenerys sul trono, e non mi sono mai posta la domanda su chi potesse essere il re di Westeros. Volevo farmi stupire. De il trono di spade ho sempre amato le trame intrecciate e i colpi di scena, in questa stagione mancano del tutto, a mio parere. Io ho trovato alcuni espedienti banali, scontati… non mi sono stupita della morte di Daenerys e di l’ha causata, era prevedibile. Non avevo desideri, solo uno forse: quello di guardare il degno finale di una serie che mi ha lasciato sempre la curiosità di sapere cosa succedesse negli episodi successivi. E secondo hanno trattato male diversi personaggi, a partire dal re della notte. Di stupefacente, in questa stagione, non ho visto nulla! 😦

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  2. Credo che sia la parola chiave: opinabile. In definitiva mi sono reso conto di quanta poca attenzione abbiano dato ai particolari. Mi sono trovato in disaccordo, in questa puntata, più per il modo in cui sono state presentate alcune scene che per i finali in sè degli Stark.

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  3. Io mi sono chiesto una cosa… se Giosno viene mandato alla Barriera per accontentare gli Immacolati che lo volevano morto per aver assassinato al loro regina… non poteva aspettare che questi partissero per tornare indietro?

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  4. Alla fine io non mi sono stupita più che tanto del finale. Sarebbe stato difficilissimo e forse anche noioso tirare perfettamente le fila di tutto. Ci siamo divertiti a guardare la saga (fatta benissimo), ora è finita: il re è morto, viva il re. Ho avuto la sensazione che il finale abbia dato a ognuno quello che meritava e che ci si aspettava potesse avere. Il libro che sfoglia Brienne alla fine è The song of Ice and Fire, ovvero la storia che stanno vivendo. Ad ogni modo, di tante serie che ho visto, non ce n’è una che abbia avuto un finale decente 🙂

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