Storie di Cortese Irriverenza #1
Tutte, almeno una volta nella vita, nel momento in cui abbiamo chiesto a qualcuno di passarci la nostra borsa o di tenerla per un attimo, ci siamo sentite rivolgere la seguente domanda:
“Ma quanto pesa? Cosa ci tieni dentro?”
Solitamente ironizzo dicendo: “una persona fatta a pezzi” e mi sortisco le risate forzate di chi ha capito dal mio tono di voce che la mia affermazione è un velato e implicito invito a farsi i fatti propri.
Il problema, però, nasce nel momento in cui la fatidica domanda ti viene rivolta da una donna.
Una donna non può chiederti ciò! Per uno strano principio di non so che, la sua dovrebbe essere pesante almeno quanto la tua e dovrebbe perciò vigere una sottospecie di solidarietà che impedisce la formulazione della suddetta domanda. E allora ecco che il dubbio si insinua nella tua mente e inizi ad analizzare con puntigliosa attenzione il contenuto di questa sottospecie di buco nero valutando, spinta dai sensi di colpa, le cose superflue da eliminare.
Munita di carte e penna, stili le liste del “Di vitale importanza” e “Sacrificabile” al fine di effettuare un’analisi precisa e qualitativa del prezioso e indispensabile contenuto.
Di vitale importanza:
- Caricabatteria e telefono “ufficiale”: siamo nel 2015, senza non si può vivere.
- Telefono stile nokia 3330 con batteria carica da usare in caso di necessità. Metti caso ti ritrovi nel Sahara e devi chiamare tua madre per dirle che non ci sarai per cena e il telefono “ufficiale” è scarico, come fai?
- Fazzolettini di carta e salviette.
- Portachiavi: Ok, ci sono attaccate 3 chiavi e pesa 3 quintali, ma i ciondoli hanno tutti una storia! La coccinella, regalo di una tizia che non mi parla da forse 6 anni e che mi regalò inimicandosi un’altra tizia che bramava di possederla; La medaglietta a forma di cane assomiglia tanto al mio cagnolone; Il cornetto e il quadrifoglio portano fortuna per quando mi dimentico che sotto le scale non si passa e infine il sonaglino gigante, regalatomi anch’esso da una che non mi rivolge la parola da anni, ogni volta che suona fa sì che un angelo si ricordi di me e mi protegga, volete lasciarmi senza scudo protettivo?
- Borsello con dentro kit di sopravvivenza: lo dice la parola stessa, è perciò impossibile farne a meno. Dentro c’è tutto il necessario per poter passare una notte fuori (e se viaggiate con i regionali di Trenitalia, il tornare a casa non è sempre una cosa così sicura), reagire prontamente ad un flusso mestruale improvviso e una piccola farmacia in caso di emicrania, ebola, febbre, peste ecce cc…
- Occhiali da sole e occhiali da vista nel momento in cui indossi le lenti a contatto: nella vita non si sa mai e sinceramente mi sono spesso ritrovata con una lentina in mano e l’impossibilità di rimetterla al suo posto.
- Cacciavite: ecco, qui potrei darti ragione. Che ci fa una donna con un cacciavite in borsa? Questo inusuale strumento ha una storia alle sue spalle e la sua presenza, oltre che rappresentare un monito, è di fondamentale importanza. Era un infelice giorno di tanti e tanti anni fa. Una disperata Pina si accingeva a svolgere l’esame di impianti industriali. La riuscita del compito era legata alla presenza funzionale e performante della Texas t-89, calcolatrice programmabile. Passata un’ora, la fida compagna, si bloccò. Invano la nostra eroina tentò di resettarla e farla ripartire. Bisognava svitare lo scomparto della batteria e non aveva a disposizione gli strumenti per farlo. Consegnò il compito per poi ripetere l’esame all’appello successivo. Da allora il cacciavite fu una presenza costante nella sua borsa, e poi è comodo per quando si allentano gli occhiali.
- Lettore mp3: obsoleti? Naaaa e poi la batteria del telefono, soprattutto se viaggio, dura di più.
- Elastici e pinze per capelli di svariate misure.
- Lima per unghia: Sapete quanto è fastidioso stare con un’unghia spezzata?
- Trousse con dentro lo specchietto e tutto il necessario per rinfrescare trucco e parrucco.
- Portafoglio con dentro 1500 tessere fedeltà usate una volta magari in un negozio situato a 1500 km da casa tua, ma metti caso possano servire?
- Mini-borsello adibito alla raccolta spiccioli per evitare che il portafoglio pesi troppo.
- Moleskine e borsellino con dentro penne di diverso colore: non so perché, ma quando viaggio la mia testa è solita fare voli pindarici di altissimi livelli, potrebbe perciò venirmi in mente la storia che mi renderà ricca e famosa. Dopo tanti anni ancora non è successo, ma metti caso accada e io non ho un foglio dove scrivere?
- Libro. Sei in fila, c’è tanta gente, che fai? Leggi!
- Deodorante e tester profumo: no alla puzza!
- Caramelle e gommine da masticare.
Sacrificabile
- Carte, scontrini, scatole vuote di chewin gum, fazzoletti sporchi, bustine di cracker mai aperte ma completamente sbriciolate.
- ……
- ……..
- ………….
Ok, la lista del sacrificabile è praticamente ridicola e la borsa risulta essere ancora piena e pesante ma almeno pulita. Una dieta andata a male.
Però sapete che vi dico? Aldilà di tutte le storie e gli sfottò legate all’obesità delle borse, ringraziate ogni donna che ne porta una con sé perché voi, che criticate aspramente il peso delle suddette, siete anche quelli che ne sfruttano il potenziale riversandoci dentro telefoni, chiavi e portafogli quando non volete tenerli in tasca. E soprattutto tu, che lasci sempre i fazzoletti a casa, ogni volta che devi soffiarti il naso sai a chi devi rivolgerti quando il tuo incontenibile moccio cola.
Perciò non domandateci che ci teniamo dentro! Ringraziateci e Santa Mary Poppins subito!

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Una descrizione perfetta della mia borsa e delle volte in cui mi trovo a pensare se ciò che ho dentro è davvero necessario… la risposta 3 sempre sì
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È incredibile come le cose che non usiamo mai, diventino indispensabili quando dobbiamo inserirle nella lista del “Sacrificabile” 😀
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Diversi anni fa, acquistai in spagna uno zainetto in pelle. Dopo essere stato per diversi anni nell’armadio, da 4 anni mi segue ovunque. Sulle spalle il peso si sente meno, si scarica su tutto il corpo e non sul braccio.Allora perchè un pacchetto di fazzoletti, ma 4 o 5. Perchè una penna, che poi non trovi mai e se la trovi non scrive, allora un’astuccio con penne, pennarelli e matite di vari colori. Poi c’è posto per la torcia elettrica. Io il cacciavite non ce l’ho, ma in compenso ho un set di brugole, non ricordo il motivo per cui le ho comprate, ma non si sa mai, se mi dovesse ritornare a mente il motivo per cui l’ho comprate sono li a disposizione. Occhiali, sigarette, accendini, agendina con indirizzi utili, che non userò mai.
Se per casa non riesco a trovare qualcosa, vado a vedere se è dentro lo zainetto… 🙂
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ahahahahah Ida! Sei il mio mito! Le brugole sono fantastiche!
Anche io tempo fa avevo la torcia, mi serviva per trovare le cose in borsa. Sfido chiunque al buio a cercare le chiavi della macchina!
Poi l’ho soppiantata con un’app sul telefonino. Stessa sorte la calcolatrice! 😀
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