La quarta apocalisse: un libro da evitare [Recensione]

Oggi vi parlo de La quarta Apocalisse, un libro scritto da Dustin Thomason e pubblicato da Piemme.

Buona Lettura!

Titolo: La quarta apocalisse
Autore: Dustin Thomason
Casa Editrice: Piemme Edizioi
Numero pagine: 384
Prezzo Copertina: 17,50
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Trama: 10 dicembre 2012. A Los Angeles un uomo viene ricoverato in preda a strani sintomi: demenza, allucinazioni e un’insonnia prolungata che lo sta portando alla morte. Il dottor Gabriel Stanton è incredulo di fronte a quello che potrebbe essere un raro caso di malattia prionica, patologia a cui da anni dedica i suoi studi. Nelle stesse ore, un’archeologa del Getty Museum viene in possesso di un rarissimo codice maya proveniente dal mercato nero, che potrebbe essere prezioso per la conoscenza di quella cultura ancora avvolta nel mistero. 11 dicembre 2012, ore 12.26. Il dottor Stanton constata il decesso del paziente numero uno. 12 dicembre 2012. Il contagio è iniziato. Nelle ultime ore altre persone hanno cominciato a manifestare gli stessi sintomi. Le modalità di trasmissione sono ancora ignote, l’unica certezza è che la malattia si diffonde a una velocità allarmante e non lascia scampo. Los Angeles si sta tramutando in una piaga infetta e il rischio di una pandemia si fa di ora in ora più concreto. Mentre Stanton si affida alla scienza per trovare una spiegazione a quanto sta accadendo, qualcuno inizia a pensare che non sia casuale la comparsa di un prezioso codice riemerso dopo secoli dalle rovine di un’antica città maya. Forse perché è proprio a quella civiltà perduta che si deve la profezia sulla fine del mondo il 21 dicembre del 2012. È in quel codice che si trovano le risposte? È davvero iniziato il conto alla rovescia?

La quarta apocalisse è, senza alcun dubbio, un libro scritto bene, la trama è interessante ed è in grado di incuriosire il lettore. Purtroppo lo svolgimento della storia, gli escamotage narrativi e gli avvenimenti che si susseguono sono banali, assurdi e irreali.  I protagonisti sono capaci di trovare un’antica città Maya in poche ore, basandosi su un antico codice che è stato tradotto in breve tempo, addentrandosi in una giungla inesplorata. Sta dilagando una pandemia a livello mondiale, e viene licenziata l’unica persona capace di poter trovare una risposta. La malattia ha un’alta contagiosità, e la sola persona che è stata a contatto con il paziente zero (e successivamente con altri malati), si infetta in circostanze banali.

La storia ha dei tratti no sense in cui le cose vanno in un modo per i due protagonisti (i quali sono super fortunati) e in un altro per il resto del mondo.

Le vicende si svolgono in modo semplice e prevedile: oltre alla disponibilità di barche, aerei e macchine quando servono, i protagonisti riescono sempre ad avere un professionista dei settori più disparati, che in qualche modo è a loro legato. Vengono scoperchiati sarcofagi come se si aprissero pacchetti di patatine, e si dà per assodato l’appartenenza di ossa, che risiedono in determinati luoghi chissà da quanti mila secoli, manco si avesse negli occhi un riconoscimento laser istantaneo del dna. Uno dei protagonisti, un dottore nello specifico, preleva dalla dentatura di alcuni scheletri rinvenuti, dei campioni di cibo che analizza al buio, in condizioni disparate. Capisce che la soluzione all’epidemia risiede nella corteccia degli alberi di betulla e, sempre al buio, ne riconosce uno proprio vicino al luogo del ritrovamento della città, anche se, qualche pagina dopo, viene detto che quelle piante erano quasi estinte nelle epoche passate a causa dello smodato utilizzo, ma lui le trova! Inoltre, sempre nelle stesse condizioni, crea l’antidoto e lo somministra alla tipa, che fine a poche pagine prima sembrava fosse super girl guidata da antichi dei Maya nel ritrovare la città perduta.

Insomma le vicende narrate sono banali e il loro svolgimento, ad un certo punto, è scontato: si sa che andrà tutto bene.

Il mio voto è due, ho aggiunto una tazzina solo per lo stile fluido e scorrevole.

Lo consiglio?

Assolutamente no, anzi, qualcuno dica all’autore di trovare un dottore così capace e in grado di lavorare nelle condizioni più avverse, che il vaccino per il covid-19 ce lo prepara lui!

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