Gocce di veleno è un libro scritto da Valeria Benatti, una sorta di diario che racconta di come si possa uscire dalla violenza psicologica.
Autrice: Valeria Benatti
Editore: Giunti Editore
Pagine: 192
Prezzo Listino: 14,90€
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Descrizione: Questa è la storia di Claudia, della sua ossessione per Barbablù, del suo tentativo di guarire da un amore malato e pericoloso. La gelosia di lui è eccessiva, le sue minacce reali: “Se mi tradisci, ti ammazzo”. Ma Claudia glielo ha sentito dire così tante volte che non ci fa più caso. Non ha paura, pensa che lui si prenda gioco di lei, non crede che possa ucciderla davvero, anche se a Barbablù ogni tanto piace farle scorrere la lama di un coltello sulla pancia, percorrendola tutta, dal pube ai seni. Fino a quando un giorno, all’improvviso, vede negli occhi di lui lampi di odio puro e finalmente si spaventa. A quel punto la storia cambia, diventa un’altra storia, antica, rimossa, che risale indietro nel tempo, fino alle origini del suo male d’amore. Claudia inizia un viaggio doloroso verso la guarigione. Lungo il percorso, i volti caldi di amiche e psicologhe, ma anche lo sguardo freddo di chi rifiuta la verità. Un viaggio che ogni donna dovrebbe affrontare per capire se stessa e superare la propria, piccola o grande, ferita amorosa.
Quando parliamo di violenza tendiamo spesso a pensare a percosse o aggressioni fisiche. Purtroppo però, la violenza ha tante facce; può essere, per esempio, culturale, economica o psicologica. Quest’ultima rappresenta un male invisibile, difficile da riconoscere (soprattutto da parte della vittima) e che troppo spesso viene sottovaluta e banalizzata. Con il termine violenza psicologica ci riferiamo ad una serie di atteggiamenti e discorsi volti direttamente a denigrare l’altra persona e il suo modo di essere. Sono tutte quelle parole e quei gesti che hanno lo scopo di rendere l’altro insicuro, così da poterlo controllare e sottomettere. Tutto inizia con il controllo sistematico dell’altro, si passa poi alla gelosia e alle molestie assillanti, fino ad arrivare alle umiliazioni ed al disprezzo. Il partner diventa un oggetto da possedere in maniera esclusiva, non viene riconosciuto in quanto persona “altra da sé”. Umiliare, svilire, ridicolizzare, costituiscono atti peculiari della violenza psicologica; la quale spesso viene negata sia dall’aggressore che dai testimoni. Non ci sono dati oggettivi che provano la realtà di ciò che la vittima subisce e questo fa sì che essa stessa dubiti di ciò che prova.
Gocce di Veleno si sviluppa proprio in questo contesto. Claudia, la protagonista, inizialmente viene presentata come una donna che ha scelto di essere libera e indipendente non appena raggiunta la maggiore età. Ha un lavoro che le piace a Milano, possiede un appartamento tutto suo ed è contornata da amici e amiche. Nelle prime pagine la immaginiamo come una persona sicura di sé, autonoma, colta e decisa. Un giorno incontra Barbablù, un uomo misterioso e affascinante, molto più grande di lei che la fa innamorare perdutamente.
I due intraprendono una relazione basata sul sesso: Barbablù non vuole impegnarsi, preferisce avere anche altre frequentazioni e non vuole soffrire perché secondo lui tutte le donne sono troie. Claudia, che con il passare del tempo inizia a nutrire una vera e propria ossessione nei confronti di quest’uomo, si prefigge l’obiettivo di “guarirlo” dal suo cinismo cercando di farlo innamorare. Si annullerà completamente per lui, perdonando i suoi innumerevoli tradimenti, scambiando le sue minacce per un modo contorto di dirle “ti amo”, obbedendo remissivamente a tutte le sue richieste.
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