Oggi voglio parlavi di un libro molto particolare: ‘U Carrucchianu di Luigi Russo.
Particolare perché…
- È una commedia dialettale calabrese;
- La storia è molto divertente;
- Ho scritto io la prefazione ( la mia prima prefazione!)
La storia
‘U Carrucchianu, ovvero l’avaro, è una storia che parla dell’allegra vicenda di Mastu Cicciu, un fabbro molto attaccato al denaro. Un giorno, sul letto di morte, confessa al notaio e al parroco di aver nascosto in soffitta un cospicuo tesoro donatogli dal Diavolo in persona. Quest’ultimi cercheranno di assicurarsi una parte del bottino inscenando un improvviso teatrino. Ma i furbastri non sanno che il destino beffardo trama alle loro spalle riservandoli una sgradita quanto divertente sorpresa.
Nella commedia l’autore esalta la furbizia tipica di una cultura contadina che cerca di mettere in atto arditi tranelli che non sempre vanno come si auspica. Il fato, infatti, come spesso accade, aiuta l’inconsapevole protagonista a superare il tranello e a cambiare il modo di approcciarsi alla vita.
Il tutto è intinto di quella sana comicità che troviamo nelle vecchie gag dei film in bianco e nero degli anni ’50 dove spesso, per esempio, Antonio De Curtis divertiva i suoi spettatori con un umorismo che giocava con l’ingenuità, l’ignoranza e la furbizia dei protagonisti. Dove c’è sempre qualcuno che si crede più astuto rispetto agli altri, dimenticando che la sorte, a volte, rema contro e la gente non è poi così tanto boccalona. Vengono anche messe in scena una cultura e delle tradizioni che appartengono ad un passato non così tanto lontano. L’utilizzo del dialetto, infatti, va a preservare quella storia che ci appartiene di diritto e rende il tuo più appassionato, divertente, sentito e reale regalando a chi legge, e riconosce il proprio idioma, un senso di appartenenza ad una terra- la Calabria- che a volte, per i più svariati motivi, si abbandona ma alla quale si è comunque legati da un sottile filo indissolubile.
Mettere in scena una commedia dialettale non è solo scrivere un copione o affibbiare delle frasi ai vari personaggi. Innanzitutto è trasmettere e tramandare usi, costumi e tradizioni che diversamente andrebbero dimenticati. È creare un legame con chi legge cercando di far riaffiorare le vecchie storie che la nonna, o chi per lei, raccontava davanti al camino per tenere a bada i nipoti indomiti; ma è anche rafforzare quel senso di appartenenza che, spesso, a causa di uno stile di vita frenetico si dimentica ma che, inevitabilmente bussa alla porta del nostro cuore quando sentiamo una parlata, una parola, un’espressione che va ad aprire il cassetto dei ricordi, tirando fuori anche una sorta di orgoglio nei confronti delle nostre radici. Solo dopo aver fatto fronte a tutte queste caratteristiche si può dire che una commedia dialettale serve a divertire il suo pubblico.
Luigi Russo attraverso le sue opere, che comprendono oltre 15000 versi, è riuscito ad ottemperare a tutto ciò, lasciando un segno indelebile e andando a rendere omaggio a quella che è la cultura castrovillarese.
L’autore
Luigi Russo è nato a Castrovillari il 25 aprile del 1938 e li è vissuto nella casa paterna ‘nta vanedd ‘a chjazza dove, il 29 novembre del 1998, si è prematuramente spento. La sua florida vena poetica, definita dal prof. Gianni Donato “feconda e rigogliosa come l’ubertosa valle del Coscile” lo porta a pubblicare oltre quindicimila versi in lingua ed in vernacolo. Dal 1996 si dedica al teatro popolare, al quale regala due commedie (zi’ Giulianu e Gnesaredda) e tre atti unici (‘U carrucchianu, ‘U cumunu e Mastu Gilormu). “Gli ampi spaccati di civiltà contadina di fine ottocento, che l’autore, con tanto verismo traspone sulla scena, hanno sempre il pregio della semplicità e della freschezza genuina e sono, pertanto, immediatamente e direttamente godibili”.
Il libro
Il libro sarà disponibile a partire dal 18 settembre 2017, per averne una copia basta mandare un messaggio alla pagina facebook dell’associazione culturale Luigi Russo (link qui).
La commedia è scritta interamente in dialetto castrovillarese, ma è comunque affiancata dal testo in italiano.
Infine, ringrazio il Dott. Fedele Russo e l’associazione culturale Luigi Russo, per avermi dato l’opportunità di scrivere la prefazione di un piccolo gioiellino calabrese.
Grande complimenti per la prima 🙂
Sei raggiante si vede 🙂 il riverbero rifulge fin qui 🙂
Così a vedere… un po’ ostico il calabrese per me che dimoro nel freddo nord …
su su fin quasi oltre la barriera 😀
Meno male che ce’ l’italiano a fronte 😀
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Grazie mille! 🙂 è ostico persino per me il calabrese! :p
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Complimenti! E’ difficile da leggere? Ciao
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Un po’ ostico..però c’è la traduzione in italiano. 🙂
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So bene il dialetto napoletano magari sono facilitata. Grazie 😊
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[…] Infine vi ho segnalato, fra i tanti, ‘U Carrucchianu, una commedia dialettale scritta da Luigi Russo, poeta calabrese; del quale ho curato la prefazione. (Segnalazione) […]
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