Oggi vi racconto di un thriller ambientato nelle Hawaii.
Buona Lettura!
😀
Titolo: La corona del diavolo
Autore: James Rollins
Casa Editrice: NORD (27 settembre 2018)
Numero Pagine: 440
Prezzo Copertina: 18,60 €
La Corona del diavolo è un libro scritto da James Rollins ed edito da Nord Edizioni. Fa parte di una serie dedicata alla Sigma force, ovvero un una divisione segreta del Dipartimento della Difesa USA composta da operatori scientificamente specializzati, il cui compito è quello di proteggere la nazione e il mondo da qualsiasi minaccia tecnologica, sia antica che moderna.
Ho letto recensioni entusiaste e mi sono fatta convincere, sicura che avrei recuperato anche i libri precedenti. Purtroppo sono rimasta profondamente delusa dalla storia, e credo che la mia esperienza con i romanzi dedicati alla sigma force non andrà avanti.
Trama: Genova, 1903. Lo chiamano la Corona del Diavolo. Un antico reperto che, si dice, nasconde il segreto per annientare l’umanità… Alexander Bell è un uomo di scienza e non crede a simili superstizioni, tuttavia ha promesso al direttore dello Smithsonian Institution di trovare quell’oggetto e di proteggerlo, anche a costo della vita.
Queimada Grande, Brasile, oggi. Un team di ricercatori deve catturare alcuni esemplari della particolare specie di vipera che infesta l’isola. Ma, non appena sbarcano, si trovano di fronte a una scena sconcertante: tutti i serpenti sono morti. Nello stesso istante, sentono il rombo di un elicottero in avvicinamento. Gli scienziati non sanno di avere solo pochi minuti di vita.
Hana, Hawaii, oggi. Un remoto angolo di paradiso dove trascorrere alcuni giorni di vacanza diventa all’improvviso una trappola mortale. Per scoprire cosa stia succedendo – e per salvarsi da un attacco senza precedenti – Gray Pierce e Seichan devono mettersi sulle tracce di un mistero che affonda le radici nell’epoca della fondazione dello Smithsonian e scongiurare una minaccia che potrebbe eliminare la razza umana dalla faccia della Terra. Isolati dagli altri membri della Sigma Force, Gray e Seichan saranno costretti a tentare il tutto per tutto, braccati da un nemico che credevano di aver sconfitto da tempo: la Gilda…
La storia ha molti lati positivi, ma la bilancia pende inesorabilmente verso quelli negativi. Il libro è molto coinvolgente e l’autore è abile a non lasciare punti morti, riuscendo anche a inserire interessanti approfondimenti scientifici, o che riguardano curiosità del luogo e della cultura in cui sono ambientate le vicende. Lo stile è fluido e scorrevole però, arriva il però, ci sono delle cose che proprio non riesco a farmi piacere.
Una cosa che odio nelle storie, è quando vengono inserite delle parole in dialetto o idiomi non proprio conosciutissimi, come in questo caso l’hawaiano, senza che vengano tradotti. Molte parole sono contestualizzate in modo che il lettore capisca il significato, altre sono anche tradotte, ma una buona parte resta senza un significato.
Quasi tutti i paragrafi sono disseminati, o si concludono, con frasi che fanno presagire il peggio, del tipo:
<<sono vivi… ma per quanto ancora?>> o << è troppo tardi?>>
Proseguendo la lettura ci rendiamo conto che sono espedienti che dovrebbero alimentare la curiosità, dato che tutti escono sempre illesi da situazioni che sono al limite del impossibile. Il continuo utilizzo di questo “giochino” a lungo andare rende la storia prevedibile. Il lettore, arrivato a un certo punto, capisce che la suspense che si cerca di creare, in realtà è fuffa, perché non è mai troppo tardi, e non muore nessuno, se non persone a caso.
La storia non è un fantasy, è un thriller fatto con persone normali, addestrate all’arte della guerra, ma nessuno è dotato di strani poteri, eppure, i protagonisti sembrano dei mancati Avengers. Vengono descritte scene dove anche l’essere umano più fortunato e addestrato avrebbe difficoltà a gestire.
Infine, la storia dell’ambra che contiene dinosauri perfettamente integri, non è proprio una novità. Partendo da questa idea, Michael Crichton ha scritto Jurassic Park e il mondo perduto. Steven Spielberg inspirandosi a questi libri ha dato il via a una saga che oggi conta diversi film ( di qualcuno ne potevamo fare a meno, diciamo la verità).
Sono consapevole che la mia rappresenta una voce fuori dal coro, se andate su goodreads ci sono oltre 7000 recensioni che osannano La corona del diavolo, mentre quelle negative si contano sulle dita di una mano. Il libro però è ricco di cliché, di situazioni che si risolvono grazie a colpi di fortuna un po’ troppo forzati. I personaggi dicono frasi banali e scontate. E la suspense che si cerca di creare è controproducente.
Se mai questo libro dovesse diventare un film, lo immagino come il classico sparatutto dove c’è un qualcosa che mette in pericolo l’intera umanità, i cattivi muoiono in maniera insulsa e i buoni vincono dopo essersi cimentati in imprese che anche Tony Stark troverebbe difficile da gestire. Insomma, una storia banale.
Ho abbandonato James Rollins dopo aver letto alcuni libri perché, secondo me, è andato peggiorando. Senza contare che questo genere – con i suoi misteriosi artefatti antichi e gli immancabili eventi lontani collegati – ha fatto il suo tempo (per me, si intende). Potrebbero restare almeno un buon intrattenimento, se non fosse che Rollins stava diventando anche troppo surreale, restando sì nel thriller, ma pesantemente fantasyzzato, perlomeno in alcuni che lessi io.
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Appunto, descrive situazioni così assurde che diventano ridicole!
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[…] La corona del diavolo – Recensione […]
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