Ritorno a Birkenau – Ginette Kolinka [Recensione]

Ritorno a Birkenau è un libro scritto da Ginette Kolinka, edito Ponte alle Grazie (9 gennaio 2020).

( 89 pp – 12 € )

Trama: Ginette Kolinka ha diciannove anni quando, insieme al padre, al fratello minore e al nipote, viene deportata a Birkenau. Sarà l’unica della famiglia a tornare, dopo aver attraversato l’orrore del campo di sterminio. La fame, la violenza, l’odio, la brutalità, la morte sempre presente, l’assurdità e la disumanizzazione: con semplicità, schiettezza e una forza straordinaria oggi Ginette ci narra l’inenarrabile. Per mezzo secolo ha tenuto per sé i propri tremendi ricordi, poi, a partire dagli anni Duemila, sempre più forte si è fatta l’esigenza di tramandare alle giovani generazioni ciò che è stato: da allora Ginette visita le scuole e accompagna i ragazzi ad Auschwitz-Birkenau, trasmettendo la propria testimonianza.

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Ci sono alcune storie che sembrano appartenere a un passato lontano, che raccontano crimini brutali ai danni di uomini, donne e bambini.

Sono crimini che ancora oggi possono essere testimoniati da chi li ha vissuti sulla propria pelle, ovvero dai superstiti di un periodo storico tragicamente ricco di sangue: la seconda guerra mondiale. Sono uomini e donne che, con le loro storie, ricordano che quegli avvenimenti non sono poi così tanto lontani. Ginette Kolinka oggi ha 95 anni ed è una delle ultime sopravvissute alla Shoah. A soli 19 anni fu arresta dalla Gestapo insieme al padre, al fratello e al nipote e portata a Birkenau dove trascorse sei mesi prima di essere evacuata a Bergen-Belsen e quindi a Theresienstadt.

“Lo ripeto agli studenti: è stato l’odio a fare questo, l’odio allo stato puro. I nazisti hanno sterminato sei milioni di ebrei. Ricordate ciò che vi è parso impensabile. Se sentite i vostri genitori, qualche parente, qualche amico dire frasi razziste, antisemite, chiedete loro perché. Siete autorizzati a discutere, a fare cambiare loro parere, a dir loro che hanno torto.
Lo fanno?”

Ginette ha custodito a lungo i terribili ricordi legati alla sua prigionia e solo negli ultimi vent’anni ha deciso di raccontare ai giovani ciò che ha vissuto, partecipando e sostenendo l’attività dell’Union des déportés d’Auschwitz con incontri nelle scuole e accompagnando gli studenti nei «viaggi della memoria».

Ritorno a Birkenau è il racconto delle sofferenze che ha vissuto nei campi di concentramento; ed è un libro importante, scritto con un linguaggio semplice, potente e duro.

Da leggere!

Pochi anni infatti ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente. Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza morale dell’umanità.
Albert Einstein

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