Blackwater – La piena: ma è veramente una saga così bella? [Recensione]

Autore: Michael Mcdowell
Titolo: La piena (1 di 6)
Casa Editrice: BEAT (17 gennaio 2023)
Numero Pagine: 256
Prezzo Copertina: 9,90 €
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Trama: 1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey

Nell’ultimo periodo ho trovato un po’ ovunque post e recensioni che non facevano altro che omaggiare la saga Black Water. L’esperienza mi ha insegnato che è bene diffidare quando ci sono questi fenomeni, perché spesso risultano essere dei fuochi di paglia. Ma un po’ per curiosità e un po’ perché le copertine sembrano l’involucro di qualcosa di buono da mangiare, mi sono fatta trascinare dal flusso e ho comprato il primo volume della saga: La piena.

Riassumo brevemente la storia (no spoiler): 

La città di Perdido viene sommersa dalla piena di un fiume. Oscar, insieme a Bryan, sono in ricognizione per cercare di capire l’entità dei danni. Arrivano nei pressi dell’hotel del paese e, al suo interno, trovano una giovane e bellissima donna dai capelli rossi, che attende seduta tranquillamente i soccorsi. Il ritrovamento genera non poche domande, in quanto sono passati quattro giorni dalla piena e sono ben evidenti i segni dell’acqua sui muri a testimonianza che sarebbe stato abbastanza difficile sopravvivere. Ma Elionor, così si chiama la misteriosa donna, è bona e fa subito breccia nel cuore di Oscar, che ovviamente è uno dei ricconi del paese, classico tipo che gira con il macchinone comprato da papy, succube di sua madre e sua sorella. 

Elionor viene ben accolta da tutti, a nessuno importa del suo passato. Non c’è neanche una comare che le domanda: “ a cu apparteni?” 

“Poverina, ha perso tutto durante il nubifragio, dove neanche un anfibio sarebbe riuscito a sopravvivere! Ma è bona! Fidiamoci ciecamente di una donna venuta da chissà dove perché qualcuno le ha fatto sapere che c’era un posto libero come insegnante, quando non è vero, e affidiamole i nostri bambini!”

Poi, certa gente, non se li merita i mostri? 

Da qui in poi parte la storia del corteggiamento di Oscar nei confronti di Elionor, ostacolato dalla madre. 

Oscar si rivela essere un burattino, conteso da una madre che lo vuole per sé e una donna che, quando le cose non vanno come vuole, alla domanda “cosa succede?” risponde “niente.” In realtà quel niente nasconde un oceano pieno di astio, risentimento e tendenze omicide. 

Il prosieguo riguarda l’arredamento della casa, le tendine e una gravidanza. 

Mi aspettavo una storia stile Stephen King, ma tralasciando due eventi, a me è sembrata una sorta di cronaca rosa, anche se le comari del mio paese raccontano gossip più divertenti. 

Non continuerò a leggere la saga, che conta ben cinque volumi, pur consapevole del fatto che essendo il primo libro, è normale che l’autore racconti il contesto e i personaggi, il problema riguarda il come lo fa. La scenetta della madre che spia gli innamorati da dietro le piante è stata riproposta diverse volte e non mi piacciono le lunghe descrizioni. Inoltre la storia è abbastanza statica, manca di mordente. Non leggo tensione e paura, ma solo l’antipatia nei confronti di una donna “straniera” da parte di colei che rappresenta una delle figure di spicco della piccola comunità. 

Essendo una saga è importante valutare con una visione di insieme, il mio parere può quindi essere fuorviante, ma il primo libro non mi ha incuriosita per niente. Elionor, che altro non è che una specie di mostro della palude, non ha stuzzicato la mia curiosità e non ha neanche fatto nascere il beneficio del dubbio, tanto che non sento di dare un’altra possibilità alla saga, leggendo un secondo volume che potrebbe rivelarsi ancora più tedioso. 

Quindi per me le vicende della città di Perdido finiscono con La piena

Consiglio la lettura? No! 

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2 commenti

  1. io dico sempre, soprattutto se si inizia con il capostipite si può benissimo valutare quello sia come a se stante sia come saga: dopotutto, se avesse floppato la saga non sarebbe esistita; le saghe cinematografiche lo insegnano molto bene questo dettaglio

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