Oggi vi racconto di un libro dedicato alla Leggenda della “Superstitiosa Noce”.
Buona Lettura!
😀
Titolo: Le streghe di Benevento- La leggenda della “Superstitiosa Noce”
Autore: Antonio Oliva
Casa Editrice: Caravaggio Editore (1 gennaio 2014)
Pagine: 152
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Trama: Che cosa può trasformare una città, un qualunque luogo della terra, con una sua storia riconoscibile e con una geografia chiara e distinta, in un luogo dell’immaginario? Per quali ragioni, sepolte nella storia remota del mondo, quel luogo si trasforma in uno scenario mentale, popolato di apparizioni sinistre o di fantasmi? […] Perché un luogo diventa proibito e pericoloso? Per quale ragione la sua semplice evocazione può suggerire un’avventura oltre i limiti del mondo diurno, composto di verità e di leggi indiscusse, e il solo nome può alludere ai regni del buio e delle tenebre, al di là dei confini rassicuranti del tempo e dello spazio ordinari? […] Il lavoro di Antonio Oliva si misura con uno di questi luoghi interdetti del nostro immaginario: Benevento, le streghe e il Noce, alla cui ombra esse consumerebbero i loro convegni tenebrosi. Per dare consistenza e significato alla ricerca, egli non aveva possibilità diversa che accumulare, in un regesto preciso, le testimonianze che le fonti letterarie trasmettono. Il loro sommarsi dà forma e visibilità a una credenza. La sancisce e la rende legittima. Benevento è l’emblema delle streghe, il simbolo concreto della loro azione in mezzo agli uomini. Perciò resiste, durante i secoli e le culture che li attraversano, come un tema, insieme letterario e fantastico: “Ma niente è più rinomato in Italia del Noce di Benevento, credendosi comunemente dal popolaccio, che colà sia veramente il maggior concorso delle Streghe, le quali sopra un caprone, e con una scopa accesa in mano vi concorrano la notte.”
Oliva procede, passo dopo passo, nel suo viaggio. Preleva le singole testimonianze e le rende eloquenti. Illustra i testi che gli sembrano pertinenti e li offre al lettore, tracciando progressivamente le tappe di un cammino attraverso una leggenda.
Ma niente è più rinomato in Italia del Noce di Benevento, credendosi comunemente dal popolaccio, che colà sia veramente il maggior concorso delle streghe, le quali sopra un caprone, e con una scopa accesa in mano vi concorrano la notte.
Le streghe di Benevento- La leggenda della Superstitiosa Noce è un libro scritto da Antonio Oliva ed edito da Caravaggio Editore. L’autore, attraverso il suo lavoro di ricerca, fornisce un quadro generale della leggenda e di come gli studiosi dell’epoca si sono approcciati a essa, ma anche del fenomeno della stregoneria in generale.
La leggenda narra di un gigantesco albero di noce situato fuori la città di Benevento. Qui si radunavano gli adepti di satana per i loro sabba. Le streghe, dopo aver cosparso il proprio corpo di un unguento, quando si sentivano “chiamate” dal maligno, volavano via in groppa a un caprone, e non importava in che luogo fossero, raggiungevano comunque l’albero.
La storia del Noce si diffuse in tutta Europa a partire dal XIII secolo e il saggio si prefigge l’obiettivo di trovare tutti i riferimenti riguardanti la su citata leggenda. Vengono infatti citate diverse opere, addirittura ci sono testimonianze nell’opera di Dante Alighieri.
La più importante fonte di informazioni a riguardo è sicuramente Della superstitiosa Noce di Benevento, trattato di Pietro Piperno sul quale Antonio Oliva si sofferma spiegando nel dettaglio le parti in cui è diviso.
E non solo si radunavano in questo superstitioso luogo per alcun tempo le streghe,
ma le più famose del mondo si retiravano ad habitare in questi contorni,
come fè quella chiamata Alcina, che habitò in quelle contrade dove è di presente la Terra di Pietra Pulcina, da essa con nome corrotto così nominata,
e non più che quattro miglia da Benevento discosto,
della quale famosa Maga fingendo l’Ariosto,
che havesse acceso del suo amore Ruggiero di Bradamante
con privarlo dell’amor d’ogni altra donna, così disse.
Si parla di come la chiesa abbia cercato di contrastare la stregoneria in modo cruento, generando un vero e proprio clima di terrore. Alcuni studiosi però, nei loro scritti, hanno condannato le barbarie messe in atto, giudicandole come il frutto di superstizione, vivida immaginazione e inganni della percezione umana. Attori di spicco di questo nuovo scenario illuminista sono il modenese Ludovico Antonio Muratori, da molti considerato il padre della storiografia italiana, e Girolamo Tartarotti. Entrambi condannano i roghi e le torture e declamano a gran voce che: “Non si deve pensare che tutto ciò che non si comprende, che sia insolito o inspiegabile […] sia magico”. Streghe e stregoni non esistono; esistono solo imbroglioni.
La Chiesa cattolica perseguita, elimina, brucia sul rogo tutto ciò che è diverso e che fa paura: eresia, pratiche stregonesche, magia nera, superstizioni e antiche tradizioni popolari “non allineate”. Le eresie, spesso intrecciate con l’escatologismo, nascono soprattutto negli strati più umili della società e spesso affermano l’ideale della povertà cristiana.
I diversi autori continuano dicendo che: alcune streghe sono solo delle capaci erboriste che nulla hanno a che fare con la magia, la quale comunque non esiste. Possono professarsi adepte di Satana e adorarlo, ma anche ciò è un fatto irrilevante, poiché quest’ultimo è stato sconfitto da Gesù Cristo. Quindi, adoperare questa forma di repressione nei confronti delle fattucchiere significa dare al tutto credibilità e, di conseguenza, facendo ciò si commette un peccato mortale.
La stregoneria, la magia, il “venefizio” rappresentano falsità e crimini da castigare con severità, perché ingannano i creduli ed eccitano al peccato e al delitto la fantasia dei semplici e degli ingenui. Le streghe non esistono, esattamente come i licantropi e gli antropofagi, dunque le donne accusate non meritano la pena di morte. Nel terzo libro l’autore raccomanda, da buon cattolico, di non prestare fede a simili pericolose dicerie per non cadere nel peccato e dannare così la propria anima; la superstizione, infatti apre la via ad altra superstizione, la quale “guasta la mente de’ giovani, alletta le persone deboli, ed inquieta le coscienze”.
Oltre ai presunti sabba alla presenza del Noce, si fa riferimento anche ad altri luoghi pregni di leggende e superstizioni, come per esempio il monte Blockberg in Germania.
Il viaggio di Oliva, il quale cita tanti altri autori, si conclude arrivando agli studi di Giuseppe Bonomo (1923-2006), antropologo e docente universitario.
Le streghe di Benevento è un saggio capace di esporre in maniera chiara e documentata i vari filoni di pensiero riguardanti la stregoneria.
Il lavoro di ricerca che sta dietro il libro è visibile, il saggio è ricco di riferimenti bibliografici, e tutto viene analizzato in modo completo e minuzioso. Personalmente ho sempre sentito parlare delle streghe di Benevento, ma non mai trovato nulla capace di darmi un quadro completo di tutto. Antonio Oliva con il suo libro cerca di rispondere a tutte le domande che un lettore appassionato di queste tematiche si pone, mettendo inoltre in evidenza l’opera di autori come Muratori che condannava la chiesa e i suoi metodi repressivi.
Consiglio il libro a tutti gli appassionati del genere e a chi si sta approcciando per la prima volta a queste tematiche.
Ciao 🙂
In effetti, all’inizio dell’Ottocento la leggenda ispirò anche un balletto: Il noce di Benevento, «ballo allegorico in 4 atti», soggetto e coreografia di Salvatore Viganò, musica di Franz Xaver Süssmayr, andato in scena alla Scala di Milano il 25 aprile 1812, Trama:
Sorpresi dal temporale durante una battuta di caccia, la giovane Dorilla e suo promesso sposo Roberto si riparano sotto i rami di un grande noce, ignari del fatto che quello è luogo di ritrovo di demoni e streghe. Canidia, una malvagia fattucchiera, con un incantesimo costringe Dorilla nel ventre di un grande cervo: dominata dalle forze del male, la giovane tradirà il consorte con tre uomini, che rappresentano la giovinezza, la maturità e la vecchiaia. Roberto incontra invece una strega buona, Martinazza, che lo aiuta a uccidere il cervo e a liberare Dorilla. Terminato l’incantesimo, anche la tetra natura circostante si trasforma in un rigoglioso giardino.
Il libretto originale è leggibile online:
https://archive.org/details/ilnocedibenevent00sssm
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Ciao Claudio!
Non lo conoscevo, grazie mille per la segnalazione. Lo leggerò! 😀
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Ignoravo totalmente, e al di là del genere, che può piacere o meno, resta pur sempre comunque una documentazione storica, cioè Storia, di costumi e culture e di psicologie. Il fatto che certi atteggiamenti si credano superati, non è acclarato: perchè, penso da sempre, che cambiano le forme,e quindi distraggono e ingannano, ma scavando si scopre che il substrato è sempre quello.
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Attualmente la caccia alla streghe è viva più che mai… Le donne non fanne più pozioni magiche, ma vengono uccise e denigrate allo stesso modo!
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Se è per quello, uccidere e denigrare… la parità di sesso si è raggiunta eccome, in questo genere di pratiche, anche tra uomini, vedi per esempio per la lotta al potere… politica, economia e finanza…
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