Il Labirinto degli Spiriti di Carlos Ruiz Zafón [Recensione]

Oggi vi parlo di un libro che ci trasporta nella Barcellona degli anni ’50.
Buona Lettura!
😀

Titolo: Il labirinto degli spiriti
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Casa Editrice: Mondadori; Prima edizione edizione (22 novembre 2016)
Numero Pagine: 819
TramaBarcellona, fine anni ’50. Daniel Sempere non è più il ragazzino che abbiamo conosciuto tra i cunicoli del Cimitero dei Libri Dimenticati, alla scoperta del volume che gli avrebbe cambiato la vita. Il mistero della morte di sua madre Isabella ha aperto una voragine nella sua anima, un abisso dal quale la moglie Bea e il fedele amico Fermín stanno cercando di salvarlo. Proprio quando Daniel crede di essere arrivato a un passo dalla soluzione dell’enigma, un complotto ancora più oscuro e misterioso di quello che avrebbe potuto immaginare si estende fino a lui dalle viscere del Regime. E in quel momento che fa la sua comparsa Alicia Gris, un’anima emersa dalle ombre della guerra, per condurre Daniel al cuore delle tenebre e aiutarlo a svelare la storia segreta della sua famiglia, anche se il prezzo da pagare sarà altissimo. Dodici anni dopo “L’ombra del vento”, Carlos Ruiz Zafón torna con un’opera monumentale per portare a compimento la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati. “Il labirinto degli Spiriti” è un romanzo fatto di passioni, intrighi e avventure. Attraverso queste pagine ci troveremo di nuovo a camminare per stradine lugubri avvolte nel mistero, tra la Barcellona reale e il suo rovescio, un riflesso maledetto della città. E arriveremo finalmente a scoprire il gran finale della saga, che qui raggiunge l’apice della sua intensità e al tempo stesso celebra, maestosamente, il mondo dei libri, l’arte di, raccontare storie e il legame magico che si stabilisce tra la letteratura e la vita.

Il labirinto degli spiriti è il volume conclusivo della tetralogia de il Cimitero dei Libri Dimenticati, saga scritta da Carlos Ruiz Zafón, che ha avuto inizio nel 2001 con L’ombra del Vento e continuato nel 2008 con Il Gioco dell’Angelo e nel 2011 con Il Prigioniero del Cielo.

Ho comprato il quarto libro il giorno stesso in cui è uscito in libreria, ma ho sempre rimandato la lettura perché volevo rileggere l’intera saga (cosa che non ho fatto), convinta che fosse uno step necessario al fine di gustare le nuove pagine. In realtà si può fare a meno del recap e ciò è scritto a chiare lettere:

Fare un breve riassunto della storia è un’impresa ardua, in quanto ci sono tantissime sotto trame. Il nodo principale da cui partono i tanti fili è la misteriosa scomparsa del ministro Mauricio Valls. Vengono chiamati a indagare Alicia Gris, un’investigatrice dal passato travagliato, e il capitano Vargas. Le vicende di cui sono protagonisti li portano a scontrarsi con una realtà orribile, fatta di intrallazzi politici e cruenti giochi di potere. Durante le loro indagini incrociano la famiglia Sempere, Fermín e i diversi scrittori che abbiamo incontrato nei libri precedenti, e riescono a svelare misteri inimmaginabili.

Il romanzo, nonostante sia collegato ai suoi predecessori, cammina con le sue gambe. Alcune caratteristiche non sono del tutto nuove: ci troviamo in Spagna, c’è un mistero da risolvere, libri proibiti, case maledette, autori misteriosi… ma è in grado di avere un’anima propria, mantenendo una certa originalità.

Più si va avanti nella lettura e più la storia diventa intrigante, misteriosa e imprevedibile. Tanti sono i colpi di scena: qualcuno lo intuiamo e altri sono inaspettati. Il caso che deve risolvere Alicia è abbastanza arzigogolato, le vicende sono intrecciate fra di loro, ma è impossibile perdere il filo della matassa. Zafon è uno scrittore dalla bravura quasi impareggiabile.

Il suo stile è multiforme:

  • fluido: le parole scorrono veloci;
  • denso: alcune frasi sono dei veri e propri flussi di coscienza, altre sono ricchissime di informazioni.

Sono presenti svariate descrizioni, ma Zafón ha la capacità di mantenere viva l’attenzione anche quando ci parla in dettaglio della facciata di una chiesa.

Sin dalle prime pagine veniamo catapultati nella Spagna franchista. In questo contesto conosciamo Alicia Gris, un’investigatrice capace ma dal carattere un po’ spigoloso. Il suo è un personaggio molto complesso e contorto. È descritta come una specie di bambola di porcellana: delicata e sofferente a causa della sua invalidità, ma allo stesso tempo sagace e con un pizzico di crudeltà. Ha dentro di sé un evidente conflitto, svolge il suo lavoro con maestria, ma desidera una vita “normale”, una famiglia…e soffre per la mancanza di tutto ciò.

Alicia è l’eroina indiscussa de Il labirinto degli Spiriti, una donna diversa da quella che ci si aspetta nella Spagna fascista uscita da poco dal conflitto mondiale.  E infatti, il suo mestiere, le sue qualifiche, i suoi atteggiamenti e la sua personalità lasciano a bocca aperta gli uomini che sono abituati a vedere le donne come gli angeli del focolare, che mai andrebbero a dormire con una pistola sotto il cuscino. È un personaggio nuovo, fresco e diverso che si muove con sicurezza, indossando abiti sfarzosi da gran dama e labbra vermiglie, in un ambiente pregno di sessismo e corruzione.

Indossava abiti raffinati e, a quanto Bea poteva capire, carissimi. […]Aveva un corpo affilato e un atteggiamento vagamente teatrale. Le labbra erano dipinte di un colore così brillante che lei non si sarebbe mai azzardata a sfoggiare in pubblico e che in rare occasioni aveva messo solo per Daniel, quando lui la intontiva di moscatello e le chiedeva di fare quella che chiamava “una sfilata”.

Anche i personaggi che le ruotano intorno sono interessanti: Vargas è un poliziotto un po’ burbero, dalla battuta pungente e dal passato doloroso. Leandro, invece, un uomo avvolto nell’ombra, sappiamo solo che ha a cuore Alicia. E poi ci sono i soliti: Fermín, Daniel, Beatriz, Semper Senior …che fanno la loro comparsa dopo che la storia è entrata nel vivo e non rubano la scena alla protagonista.

Per quanto possa considera il libro perfetto, devo dire che due cose mi hanno fatto un po’ storcere il naso:

  1. Il cattivo “supremo” è uscito di scena in modo troppo banale;
  2. Si poteva evitare il capitolo finale, che non aggiunge nulla alla storia principale.

Conclusioni

Nel corso degli ultimi anni mi sono sempre lamentata di non trovare libri che, una volta girata l’ultima pagina, mi abbiano fatto sospirare con soddisfazione. Ho letto storie con trame inesistenti, con personaggi stereotipati, di una noia inimmaginabile… per la prima volta ho abbandonato delle letture! Io, che mi vantavo di leggere ogni libro fino alla fine.

Libri carini ne ho comunque letto e non ho mancato di parlarvene sul blog. Finalmente, però, posso dire con grande soddisfazione, di aver trovato un libro fantastico che mi sento di consigliare insieme all’intera saga: Il labirinto degli spiriti di Carlos Ruiz Zafón. Qualcuno mi potrà dire che ho fatto la scoperta dell’acqua calda, è risaputo che il suo nome è una garanzia in ambito letterario. Però la storia che racconta ne Il labirinto degli Spiriti mi ha lasciato stupefatta: per come è  stata costruita, per tutte le sotto trame esistenti, per lo stile di scrittura e per la complessità dei personaggi. E di questi tempi trovare un libro valido sembra essere diventata una fatica di Ercole.

Insomma, un libro che vi consiglio di leggere e assaporare pagina dopo pagina.

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