Alaska è il libro di esordio di Brenda Novak e fa parte della serie dedicata alla dottoressa Evelyn Talbot.
Titolo: Alaska
Autrice: Brenda Novak
Casa Editrice: Giunti Editore (2 gennaio 2018)
Numero Pagine: 432 pagine
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Prezzo copertina: 12 €
Trama: Stanno accadendo strane cose nel piccolo villaggio di Hilltop, remota località dell’Alaska dove l’inverno è così gelido da ottenebrare le coscienze. Da quando, tre mesi prima, è stata aperta Hanover House, una clinica psichiatrica di massima sicurezza che ospita con finalità scientifiche i più feroci serial killer d’America, nessuno dorme più sonni tranquilli e a nulla servono le rassicurazioni di Evelyn Talbot, la psichiatra trentenne e determinata che dirige l’istituto insieme al collega Fitzpatrick. Soprattutto quando nella neve avviene un macabro ritrovamento: i resti di una donna, orrendamente martoriata. Per il giovane sergente Amarok è la conferma di ciò che ha sempre temuto: portare un branco di efferati assassini a pochi metri dalle loro case e dalle loro famiglie è stata una decisione estremamente pericolosa. Ma la sua fermezza si scontra con il fascino fragile e misterioso di Evelyn, il cui passato nasconde il più nero e atroce degli incubi. E mentre una violenta tormenta di neve si abbatte sul paese rendendo impossibili i collegamenti e le comunicazioni, la psichiatra ha più di un motivo per pensare che quel primo omicidio sia un messaggio destinato proprio a lei e che l’ombra del passato la stia per raggiungere ancora una volta.
La storia è ambientata in Alaska, un luogo ostile in cui è stato costruito un carcere psichiatrico di massima sicurezza, Hanover House, dove sono “ospitati” oltre duecento serial killer. Lo scopo è di studiarli affinché si possano tracciare dei profili per evitare in futuro ulteriori vittime. I cittadini del paese in cui si trova la struttura, Hilltop, non hanno ben accettato la presenza dell’istituzione: tutta questa malvagità stipata in un unico punto non fa dormire sonni tranquilli. La responsabile è Evelyn Talbot, una psichiatra che a sedici anni ha vissuto un’esperienza traumatica: il suo fidanzato l’ha quasi uccisa, chiudendola in un capannone e torturandola per giorni.
Questa situazione le ha sconvolta la vita, portandola a cercare di scoprire perché esistano persone in grado di commettere atti così brutali e crudeli, e quali sono i motivi che li spingano a fare ciò. Questa volontà si è trasformata in studi psichiatrici e nel progetto che sta mandando avanti in Alaska.
Purtroppo vengono rinvenuti dei cadaveri e l’attenzione si concentra tutta sul carcere, l’unico luogo da cui potrebbe uscir fuori tanta cattiveria.
Brenda Novak ha uno stile accattivante e coinvolgente e riesce a creare suspense, ma in questo libro sono presenti troppe ripetizioni. La fluidità e la scorrevolezza, ahimè, non nascondo determinate caratteristiche: la protagonista principale, come già accennato, ha vissuto una terribile esperienza che viene ricordata con ogni gesto (o pensiero) che compie, e ha ripercussioni anche su chi le sta accanto. L’autrice vuole enfatizzare la vicenda, facendo capire che è alla base di tutto, ma esagera ripetendolo di continuo, rendendo la narrazione pesante.
Amarok è il sergente innamorato di Evelyn, il suo personaggio è un po’ controverso. Viene descritto in maniera stereotipata: “vive in Alaska, quindi ha un carattere freddo e rude”. È ossessionato dalla vicenda vissuta da Evelyn, vuole sapere i particolari, come è accaduta, cosa ha fatto il suo carnefice. Questa curiosità mi ha disturbata, l’ho trovata morbosa e fuori luogo. È normale che la persona che dice di amarti voglia farti rivivere la vicenda che ti ha sconvolto la vita, con conseguenze che persistono a distanza di anni? Inoltre, nonostante voglia ergersi a salvatore di Evelyn, è un personaggio molto insicuro e alla continua ricerca di conferme da un punto di vista sentimentale. L’autrice si ostina a dipingerlo come una specie di “macho man”, anche se Evelyn è un personaggio molto forte, in grado di badare a se stessa e affrontare determinate situazioni, ma diciamolo: la componente fortuna è determinante.
Brenda Novak è nota per affiancare al thriller una componente rosa, ma in questo caso è un aspetto che ha del grottesco. Evelyn, a causa del suo passato, ha delle paure riguardanti la sfera sessuale. È mai possibile che le venga voglia di risolverle pochi istanti dopo aver trovato nel suo letto il gatto che giocherella con dei resti umani?
Inoltre, andando avanti con la lettura, si nota che sono sbagliati i tempi in cui vengono inserite le scene “pseudo romantiche”, sbucando dal nulla e nei momenti meno opportuni. Queste sono anche caratterizzate da dialoghi pessimi e banali.
Infine l’andamento della storia è prevedibile, così come il “cattivo”.
In conclusione…
Non è la prima volta che leggo un libro di Brenda Novak. L’ho conosciuta con Un debito di sangue , storia che ho apprezzato. Infatti è proprio per questo che sono voluta andare a ritroso con i suoi libri, scegliendo di leggere Alaska. Mi rendo conto che se avessi iniziato da quest’ultimo non le avrei dato alcuna possibilità in seguito.
Alaska è un thriller dalla trama accattivante e dallo stile fluido, ma è prevedibile e pieno di ripetizioni che lo rendono noioso, portando il lettore a saltare in toto alcune pagine. La componente erotica, sia da un punto di vista di dialoghi che di tempi, è ridicola.
Questa saga è composta da altri tre volumi: Hanover House, La resa dei conti e Il ritorno, ma non ho alcuna intenzione di continuare a leggere le vicende di Evelyn Talbot.
Per me è no!