Misery è un libro scritto da Stephen King nel 1987, vincitore del Premio Bram Stoker. La storia ha dato ispirazione al celebre film, Misery non deve morire, e per l’interpretazione della psicopatica Annie Wilkes, Kathy Bates ha vinto l’Oscar e il Golden Globe.
Titolo: Misery
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling & Kupfer (21 gennaio 2014)
Numero Pagine: 400
Prezzo copertina: 10,90 €
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Trama: Paul Sheldon, un celebre scrittore, viene sequestrato in una casa isolata del Colorado da una sua fanatica ammiratrice. Affetta da gravi turbe psichiche, la donna non gli perdona di aver “eliminato” Misery, il suo personaggio preferito, e gli impone tra terribili sevizie di “resuscitarla” in un nuovo romanzo. Paul non ha scelta, pur rendendosi conto che in certi casi la salvezza può essere peggio della morte…
Il protagonista è Paul Sheldon, celebre scrittore, che dopo un incidente in macchina viene ritrovato e sequestrato da quella che si definisce la sua fan numero uno: Annie Wilkes, un’ex infermiera. La donna, mentalmente disturbata, scopre che nel suo ultimo romanzo uccide il suo personaggio preferito: Misery. Costringe lo scrittore allettato a causa delle conseguenze dell’incidente, a scrivere un nuovo romanzo, in cui fa resuscitare l’amata eroina.
Il racconto si svolge a casa di Annie, in particolare nella stanza in cui Paul è costretto a vivere la sua “convalescenza” e il suo sequestro, di rado la scena si sposta in altri locali. La storia è incentrata sul rapporto tra Paul e Annie, rispettivamente vittima e carnefice, unici protagonisti e personaggi, se escludiamo le intrusione di visitatori occasionali.
Il romanzo è introspettivo: Paul Sheldon analizza se stesso, la sua vita, la sua situazione di vittima sequestrata alla mercé di una folle, il perché continui a scrivere nonostante la prigionia. Ovviamente una profonda analisi viene effettuata anche su Annie, che scopriamo essere un’efferata serial killer. Una sadica, facile preda dell’ira.
La sua figura mi ha incuriosita e ho scoperto che l’autore ha tratto ispirazione da Genene Jones, un’infermiera americana che si stima abbia ucciso oltre sessanta bambini. Purtroppo, nella realtà, esistono diversi serial killer come la citata Jones. Nel libro Faccia a faccia con l’assassino, il noto profiler John Douglas analizza il serial killer Donald Harvey, il quale si è macchiato di innumerevoli crimini in ambito ospedaliero. Il profilo psicologico che ne deriva e i suoi comportamenti sono gli stessi che possiede Annie.
Misery non lo inserisco nella rosa dei libri che preferisco di Stephen King. Apprezzo di più l’autore che parla di vampiri che infestano un paese, di cimiteri indiani in grado di far resuscitare i morti, di alberghi demoniaci e via dicendo… Ma non si può di certo catalogare come un romanzo brutto, anzi.
L’autore, come in tutti i suoi libri, affronta tematiche per niente semplici da trattare. Sono diversi gli spunti di riflessione e gli argomenti che meritano di essere approfonditi. Però, lo svolgimento della storia l’ho trovato un po’ noioso e prolisso: i due personaggi vivono una specie di loop, in cui si è già a conoscenza che il “colpo di scena” è un gesto inconsulto di Annie. Paul, per forza di cose, passa le sue giornate a scrivere e a cercare di sopravvivere alla follia di quest’ultima. Il racconto, soprattutto all’inizio, è statico.
Il libro è comunque ricco di una crudeltà reale, che sappiamo esistere nel mondo, basti pensare ai su citati killer. Questa caratteristica, accompagnata dalla descrizioni di alcune scene, rendono la follia di Annie disturbante.
Oltre la follia, Stephen King parla di dipendenza: Paul Sheldon diventa dipendente dal Novril, un farmaco che in realtà non esiste, necessario a fargli sopportare il dolore alle gambe massacrate dall’incidente e che Annie ha tentato di curare. Questa dipendenza pare che rifletta la lotta che stava vivendo l’autore contro la tossicodipendenza.
Misery è un bel libro consigliato a tutti gli amanti del thriller psicologico. A chi, come me, cerca una storia un po’ più dinamica, forse è meglio rivolgere gli occhi altrove.
sono stra interessato
il film faceva un’ansia assurda, la scena del martellozzo credo sia un’icona pop ormai LOL
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Io ora voglio vedere il film! 🙂
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In effetti io ho visto il film, prima ancora di sapere che fosse tratto da un romanzo di Stephen King!
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Io ora voglio vedere il film! 🙂
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E se ti dicessi che eri più coinvolgente tu con le memorie di una collegiale di questo King e dei cupi autori che presenti ultimamente?
Per spiegare meglio lo stato d’animo con cui ti parlo: sul comodino ho i tre di Jerome-Jerome, a cominciare, primo, in testa, 1«Tre uomini in barca (per non parlar del cane)». Che già in titolo è una garanzia. 🙂
E adesso su, sorridi, non fare quella faccia!!!
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Ciao carissimo Guido,
probabilmente nei prossimi giorni pubblicherò una memoria! 😛
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Bravissima! Ci conto 🙂
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Errata corrige:
che già il titolo e non che già in titolo…
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[…] Un libro che molti conoscono senza saperlo – Il film Misery non deve morire è passato più volte in TV e sicuramente molti l’hanno visto, senza sapere che è ispirato da un libro di Stephen King! Dunque scommetto che molti hanno già conosciuto la trama, senza rendersi conto che si trattasse di una storia tratta da un libro! E’ così?? I “puristi” di Stephen King non la reputano l’opera più meritevole, ma penso che valga la pena leggere il libro in originale, per confrontare magari le scelte stilistiche della pellicola con quelle dell’autore, e per rivivere la suspence della storia! La recensione, per farsi un’idea, in questo post: https://ilsalottoirriverente.wordpress.com/2020/10/28/misery-un-libro-di-stephen-king-che-parla-di-f… […]
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Grazie ! 🙂
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