Cujo – Stephen King [Recensione]

Titolo: Cujo
Autore: Stephen King
Casa Editrice: Sperling & Kupfer (10 maggio 2014)
Numero Pagine: 378
Prezzo Copertina: 10,90 €
Voto: 5/5
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Trama: A Castle Rock, una sonnolenta cittadina del Maine, la vita scorre sui soliti binari. Cujo, il docile San Bernardo del meccanico, scorrazza libero per la campagna, finché una notte il suo padroncino, aprendo la porta del ripostiglio, non vede emergere dalle tenebre due occhi infuocati. Chi è la creatura diabolica che da quel momento comincia a seminare ovunque terrore e desolazione? È forse Cujo che, diventato idrofobo, si è trasformato nell’incarnazione stessa del male?

Cujo è un libro di Stephen King uscito nel 1980, uno di quei titoli che lasciano il segno e che fanno parte del periodo d’oro dello scrittore.

Quando si parla di Stephen King, si è soliti associarlo a vampiri e mostri di vario genere, ma non sempre questa descrizione è completa. L’autore ogni tanto si cimenta con storie che non entrano nel sovrannaturale, Cujo, infatti, non mette in scena alcun genere di succhia sangue, ma prende il migliore amico dell’uomo e lo trasforma in un terribile mostro a causa di una malattia, la rabbia.

Cujo è San Bernando, un cagnone di quasi 100 chili che non ha mai fatto del male a nessuno. Da sempre è stato il fido amico del piccolo Brett, la mascotte dell’ubriacone Gary, il compagno silenzioso di Joe, il meccanico zoticone. Nessuno da lui si sarebbe mai aspettato un graffio, ma da un giorno all’altro si iniziano a notare dei cambiamenti: ringhi che non ci sono mai stati, bava alla bocca e occhi rossi come tizzoni. Inizialmente si pensa a un malessere momentaneo, ma poi la situazione degenera, e il buon Cujo diventa uno spietato killer. Complici una serie di situazioni (forse anche troppe), la giovane Donna e il figlio Tad, si ritrovano all’interno di un incubo terribile, intrappolati nella loro auto per giorni, minacciati da Cujo che aspetta il momento buono per poterli dilaniare.

La storia, nonostante si svolga all’aperto, è claustrofobica. Donna e Tad restano chiusi nella loro macchina, la Pinto, la quale si trasforma da rifugio sicuro a uno strumento che piano piano li accompagna verso la morte. Viviamo l’angoscia di Donna, il terrore di Tad, la paura di non uscire vivi da una situazione surreale, il caldo asfissiante che si genera nella macchina e le conseguenze fisiche che comporta.

La protagonista principale è la follia che entra nella testa di un cane e non gli fa più riconoscere le persone che fino a poco tempo prima aveva amato e avrebbe difeso a costo della sua vita. Leggiamo la consapevolezza del cane, la paura che vive, la rabbia che prova e il dolore fisico che sente.

Leggere Cujo è un vero colpo al cuore, veder trasformato in un mostro un amorevole cagnolone non è semplice, soprattutto nel momento in cui ne hai uno.

La storia non ruota solo intorno al cane idrofobo, ma ha un fitto contesto in cui si sviluppano tante micro storie che poi andranno a intersecarsi fra di loro: Vic e Donna cercano di salvare il loro matrimonio; Tad, il figlio di quattro anni, combatte la sua personale lotta contro un mostro nell’armadio; Charity e Brett, rispettivamente madre e figlio, sono riusciti a fare un viaggio e sfuggire per qualche giorno alle grinfie di Joe, padre padrone e pessimo marito.

Cujo è un libro che mi ha colpita molto ed è stato difficile leggerlo per via del dolce Cujo che all’improvviso diventa cattivo. Ho sperato fino alla fine che potesse esserci un happy ending, ma conoscendo l’autore ero consapevole che la situazione potesse solo peggiorare, e così è stato. Consiglio il libro a chi cerca una storia ansiogena e senza happy ending, in perfetto stile King.

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