Titolo: L’ospite
Autrice: Sarah Waters
Casa Editrice: Ponte alle Grazie (29 ottobre 2009)
Numero Pagine: 532
Voto: 3/5
Prezzo Copertina: 13 €
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Trama: Hundreds Hall, l’antica dimora di campagna della famiglia Ayres: varcarne i cancelli dopo trent’anni è un momento di grande trepidazione per il dottor Faraday, lui che ancora bambino, nel lontano 1919, ne aveva ammirato con occhi sgranati lo sfarzo e lo splendore. Quel passato, tuttavia, è ormai un vago ricordo: i suoi abitanti – la vedova del Colonnello Ayres e i figli Roderick e Caroline – sono, infatti, impegnati in una disperata battaglia per salvare dalla rovina se stessi e la casa. Ma proprio quest’ultima sembra gettare le ombre più funeste sul futuro: stanze che di colpo diventano trappole, pareti da cui emergono sussurri malevoli e segni inquietanti, un devastante incendio notturno… chi, o che cosa, c’è dietro questi eventi? Quale mistero grava sul destino degli Ayres? Ma, soprattutto, fino a che punto si spingerà la minaccia?

La storia è ambientata negli anni quaranta in una villa in rovina del Warwickshire. I protagonisti principali sono la famiglia Ayres che possiede la vecchia magione, un tempo ricca e splendente; e Faraday, un medico di campagna di umili origini, che sin da piccolo è stato ossessionato dalla villa.
L’inizio non è dei migliori, ci vuole un bel po’ prima che la storia parta, oltre metà libro. Nel mentre vengono raccontati balli, la vita dei personaggi che incontriamo, giardini, dimore, vestiti. L’autrice, per cercare di far ambientare il lettore nella casa, si lascia andare con dettagliate descrizioni, a volte anche di particolari del tutto inutili. Inoltre ci sono tante situazioni che si ripetono di continuo e che vengono raccontate come se fosse la prima volta che accadono. Superato l’immenso scoglio delle lunghe descrizioni, la casa sembra improvvisamente prendere vita; all’inizio, infatti, c’è solo il sentore che possa essere stregata. Quando iniziano le manifestazioni, la lugubre magione in rovina, sembra svegliarsi da un lungo sonno: si sentono passi, compaiono scritte misteriose e strani segni sopra i muri, suonano vecchi campanelli in disuso da anni, gli inquilini iniziano a percepire cose e ad avere visioni.
Le vicende che accadono non vengono spiegate al lettore, il finale infatti è a libera interpretazione. Non sapremo mai se cioè che è accaduto sia reale o il frutto dell’immaginazione di chi ci abitava.
Sarah Waters, nonostante le lunghe descrizioni, regala una storia gotica fatta bene, con tutte le caratteristiche che richiede il genere: la bellissima magione in decadenza, la ricca famiglia ora impoverita, la follia che si instilla lentamente nella mente dei personaggi, avvenimenti strani che fanno pensare che ci siano delle presenze, ma che non vengono confermati mai esplicitamente.
La storia ricorda un po’ Il giro di vite, anzi spesso sembra aver preso fin troppo spunto dall’opera di Henry James.
Consiglio la lettura? L’ospite è un libro che mi ha divisa. Da una parte non mi sento di consigliarlo perché ricco di descrizioni lunghe e pedanti, e chi segue questo blog ormai sa che non amo questa caratteristica. Dall’altra però, devo dire che quando la storia è partita, è riuscita a suggestionarmi e a tenermi incollata alle sue pagine. Perciò per me è un: se amate le descrizioni leggetelo, altrimenti saltate metà libro!
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