Oggi vi parlo di un classico della letteratura horror: L’incubo di Hill House, scritto da Shirley Jackson.
Buona Lettura!
🙂
Titolo: L’incubo di Hill House
Autrice: Shirley Jackson
Casa Editrice: Adelphi (3 giugno 2016)
Numero Pagine: 233
Prezzo Copertina: 12 €
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Trama: Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice – e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l’esperimento paranormale in cui l’ha coinvolta l’inquietante professor Montague. È la Casa – con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole – a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.
“Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant’anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola.”
L’incubo di Hill House, noto in Italia anche come La casa degli invasati, è il più celebre romanzo della scrittrice statunitense Shirley Jackson. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1959 ed è tornato alla ribalta dopo l’uscita dell’omonima serie tv nel 2018.
La storia gira intorno a una presunta casa stregata, in cui si reca per un breve soggiorno un gruppo composto da persone che hanno vissuto esperienze paranormali.
In tanti, probabilmente influenzati dalla serie tv, si aspettano un libro diverso, ricco di fantasmi, scene macabre o chissà cos’altro. Invece la storia è priva di tutto ciò e fa perno su componenti puramente psicologiche, che riescono a terrorizzare il lettore.
Circa la metà del libro è utilizzata per descrivere l’ambiente in cui si muovono i personaggi, anche perché bisogna partire dal presupposto che la protagonista della storia è la casa, la malefica Hill House. Quelli che sono identificati come i protagonisti, sono personaggi secondari che subiscono l’influsso della casa e le relative conseguenze. Di questi viene raccontata la vita prima di Hill House, cosa facevano e chi erano. Tutti sono caratterizzati psicologicamente.
L’incubo di Hill House, almeno nella prima parte, è un horror strano: c’è un gruppo di persone che accetta di andare a vivere nella casa stregata per una ricerca scientifica condotta dal professore Mountage. Sin dalla prima notte sono consapevoli di quello che devono affrontare, delle dicerie che circolano, della storia delle persone che hanno vissuto e sono morti fra quelle mura. L’animo, nonostante alcune manifestazioni, è alto. I nuovi inquilini sono quasi diverti da quello che stanno vivendo e si preoccupano nel momento in cui la casa è silente. Ci sono casi in cui il gruppo si lascia andare a crisi di panico, ma sembrano essere più episodi di isteria di massa che altro.
Il vero male è silente e si insinua in maniera subdola nella mente. Un personaggio in particolare dà evidenti sintomi di instabilità mentale sin da subito, e sembra essere molto ricettivo agli influssi della casa. I fantasmi (o presunti tali) e le manifestazioni sono per lo più un diversivo per spostare l’attenzione da quello che accade nella testa degli inquilini.
L’incubo di Hill House non contiene scene splatter o interazioni con fantasmi e mostri. È un romanzo psicologico che una volta finito fa pensare a una psicosi di massa. Vengono, infatti, descritti degli avvenimenti che lasciano intendere che le manifestazioni siano causate da uno degli inquilini che, suggestionato dalla casa, impazzisce del tutto.
Il racconto è ambiguo, ogni lettore è libero di scegliere a cosa credere. Si discosta dai soliti romanzi horror facendo perno sulla fragilità della psiche umana, sul mancato senso di appartenenza e sulla suggestione. Non sapremo mai se Hill House sia o meno infestata dai fantasmi, quello che si sa con certezza è che è stata costruita in modo da dare questa parvenza.
Il romanzo ha due chiavi di lettura, che dipendono dal lettore e da quello che cerca nel libro:
- Lettura razionale: Hill House è una casa tetra, con una triste storia alle spalle, costruita da un uomo bizzarro. Le porte si chiudono da sole, ma solo per una questione strutturale. Le famiglie che hanno tentato di viverci, sono scappate via senza fornire spiegazioni logiche. La servitù è terrorizzata dalla casa e cerca di mandare via i nuovi occupanti. Le manifestazioni sono frutto di una forte suggestione. Eleonor, personaggio già complesso di suo, ha una situazione di disagio e abbandono alle spalle. Andare a vivere nella casa e condividere l’esperienza con altre persone, le fa credere di aver trovato una nuova famiglia. Quando realizza che, dopo l’esperienza vissuta nella casa, ognuno dei partecipanti tornerà alla propria vita, scivola definitivamente nel baratro della follia. Le manifestazioni fantasmagoriche che vive, i sussurri e le risatine diaboliche che sente potrebbero essere associate, oltre che ad una psicosi di massa, ad una malattia mentale tragica conseguenza del suo vissuto, del forte bisogno di affetto, della mancanza di un senso di appartenenza.
- Lettura Irrazionale: Hill House è una casa malvagia, non si sa cosa la possa rendere tale, ma porta alla pazzia e alla morte i suoi inquilini. La triste storia che l’accompagna parla chiaro. Eleonor, elemento più debole del gruppo, viene presa di mira dalla casa, tanto che si impossessa della sua mente. Il gruppo vive fenomeni paranormali. Qualcosa o qualcuno corre di notte nei corridoi percuotendo le porte che, di giorno, si chiudono da sole. Le statue hanno ghigni malefici e si sentono borbottii sinistri e risate diaboliche. Alla fine la casa tratterrà con sé Eleonor.
Conclusioni
Shirley Jackson è un’abile narratrice, ha scritto una storia “strana” dalla duplice lettura. Riesce a donare un’anima malvagia alla casa, attraverso cupe descrizioni e avvenimenti al limite del possibile. Caratterizza in maniera ineccepibile i suoi personaggi e riesce a far creare empatia con quelli più bislacchi. L’unico elemento costruito male è il finale frettoloso. Dopo che l’autrice ha speso numerose pagine per descrive la casa, raccontare nel dettaglio le esperienze paranormali, caratterizzare meticolosamente i personaggi, ecc ecc.. la storia termina all’improvviso con un evento violento, lasciando sperduti i lettori che vorrebbero continuare la lettura in quanto necessitano di maggiori dettagli e di una conclusione degna.
Consiglio il libro?
L’incubo di Hill House è una lettura che stra consiglio: coinvolgente, paurosa e dalla duplice interpretazione.
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[…] di Hill House Recensione – […]
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[…] libro è uscito nel 1958 facendo un po’ da apri pista a L’incubo di Hill House e Abbiamo sempre vissuto nel […]
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[…] di Shirley Jackson con il suo “L’incubo di Hill House” è palese. La splendida tenuta di Offerte Sacrificali influenza i suoi inquilini prendendo di […]
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