Le notti di Salem: uno dei libri più paurosi di Stephen King – Recensione

Le notti di Salem è un romanzo horror scritto da Stephen King, pubblicato nel 1975.

La prima volta che ne ho sentito parlare credevo di trovare un libro che parlasse di streghe, per via del famoso processo alle streghe di Salem che causò la morte di numerose persone accusate di stregoneria. Leggendo bene la trama, invece, ho scoperto che la storia gira intorno ad altri tipi di cattivi: i vampiri.

Titolo: Le notti di Salem
Autore: Stephen King
Casa Editrice: Sperling & Kupfer; (6 Marzo 2007)
Numero Pagine: 650
Prezzo copertina: 22 €
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Trama: Una casa abbandonata, un paesino sperduto, vampiri assetati di sangue. Quando il giovane Stephen King decise di trapiantare Bram Stoker nel New England sapeva che la sua idea, nonostante le apparenze, era buona, ma forse neanche la sua fervida immaginazione avrebbe saputo dire quanto. Era il 1975 e, da allora, il racconto dell’avvento del Male a Jerusalem’s Lot, meglio conosciuta come ‘salem’s Lot, non ha mai cessato di terrorizzare milioni di lettori, consacrando il suo autore come maestro dell’horror. 

Siamo a Salem’s lot, una volta, un tranquillo paese di poche anime, in cui si erge casa Martens, dove anni prima avvenne un orribile omicidio – suicidio dei vecchi proprietari. La morte dei coniugi, nel tempo, ha alimentato storie dell’orrore e dicerie di vario genere. All’improvviso piombano in paese uno scrittore che chiede di affittare la su citata proprietà, ma scopre che è stata da poco comprata da due uomini che intendono andare a vivere lì e aprire un negozio di antiquariato. L’arrivo di questi tre individui è accompagnato dalla misteriosa scomparsa di un bambino e dal susseguirsi di strani avvenimenti.

Queste misteriose vicende, portano a uno spopolamento improvviso, ma nessuno ne vuole parlare. Alcuni degli abitanti che sono stati rintracciati altrove, sminuiscono la vicenda con scuse come “la mancanza di lavoro”.

“In alcuni casi i mobili e suppellettili sono stati trasferiti, ma la maggior parte delle abitazioni  era completa di tutto, come se nel pieno della vita quotidiana un forte vento avesse spazzato via la popolazione. […] Alla gente della zona piace raccontare ai turisti che la città sia stregata, motivo, sostengono per il quale da allora è rimasta vuota. “

Quali sono le vere cause che hanno portato a ciò? Beh… lo scopriremo solo leggendo il libro!

I rimandi a Dracula di Bram Stoker sono tanti, anzi si può quasi dire che Le notti di Salem sia una specie di rivisitazione: arrivano misteriose casse; ci sono uomini con eleganza e modi appartenenti ad altri tempi; gli abitanti muoiono di quella sembra essere leucemia o consunzione; i bambini scompaiono e i cadaveri conservano un inusuale colorito roseo in viso.

Si trovano anche citazioni provenienti dal libro di Shirley Jackson, L’incubo di Hill House, chiamato anche La casa degli invasati.

Come in buona parte dei libri di King, anche in questo ho riscontrato quello che definisco lo “scoglio cinquanta”, ovvero le pagine introduttive che occorre superare prima che la storia parta realmente. Questo blocco è ricco di descrizioni e dettagli, a volte inutili, che rendono la storia lenta e un po’ noiosa, ma come lo si supera si entra nei meandri di un racconto perturbante, ricco di angoscia e mistero.

I personaggi sono tantissimi, tutti caratterizzati in modo dettagliato e approfondito.  Così come gli ambienti e le situazioni che si susseguono.

Circa a metà libro entrano in scena Mark e padre Callhan, che sino ad allora erano semplici comparse. Il primo è un ragazzino che si rivela un esperto di vampiri grazie alle sue letture e ai suoi fumetti, possiede calma e lucidità, che probabilmente derivano dalla giovane età. A tale proposito viene spontaneo un esempio: Mark si rende subito conto che un vampiro bussa alla sua finestra e agisce nell’immediato. Matt, un insegnante del liceo,  in una situazione simile, ha un infarto. Gli adulti ci mettono diverso tempo prima di accettare la situazione surreale: non è da persone sane di mente ammettere che sia in atto un’invasione di vampiri. 

Padre Callhan invece è un religioso dedito all’alcol, con una profonda crisi interiore che non lascia intravedere, e che si mette a disposizione nel momento in cui viene chiesto il suo aiuto.

La già citata casa Martens viene nominata più e più volte, ma rappresenta solo un luogo dove sono avvenute nefandezze, protagonista di dicerie e leggende. Non è un’entità malvagia, come in Hill House per esempio, anche se gli abitati di Salem’s Lot la vorrebbero etichettare come tale.

Il cattivo vero e proprio non compare spesso, almeno all’inizio. Si percepisce il suo malefico influsso, ma tutto gira intorno alle conseguenze della sua diabolica presenza nella città di Salem’s Lot. Insomma, c’è ma non si vede… si sente!

Numerose sono le tematiche trasversali toccate: Il difficile rapporto che può nascere tra genitori e figli; il bullismo a scuola; l’alcolismo; la percezione della diversità fisica causata dai difetti; il pettegolezzo di paese; religione e fede; violenza sui bambini piccoli; la semplicità con cui i bambini affrontano i pericoli …

Viene anche tirata in ballo la consunzione, che in epoche passate, dato che non si conoscevano le cause della malattia, si associava al vampirismo.

La narrazione è appesantita dalle sparpagliate divagazioni alle quali si lascia andare spesso l’autore. A volte si ha la sensazione di avere tra le mani un flusso di coscienza, che bisogna leggere più volte per  cercare di afferrare il concetto che viene espresso.

Considerazioni random: un paragone con Pet Sematary

Ho iniziato a leggere i libri di Stephen King da quelli più recenti e non sempre ho trovato storie che mi hanno entusiasmata come, per esempio, Revival. Però, leggendo i titoli vecchi esce fuori un autore completamente diverso. Carrie, Pet Sematary, Shinning e Le Notti di Salem possiedono delle caratteristiche che li fanno apprezzare di più, rispetto ai libri recenti. Il romanzo che sento più vicino a questa storia è Pet semetary, uscito nel 1983, otto anni dopo. Anch’esso in grado di angosciare il lettore, con descrizioni scabrose di scene moralmente inaccettabili; ma soprattutto con la rappresentazione di sensazioni e stati d’animo legati alla morte, tema principale del libro.

Le storie sono diverse, ma ci sono degli elementi in comune, soprattutto per quanto riguarda alcune scene descritte, come per esempio l’esumazione dei cadaveri. In entrambi si parla di morte, ma in Pet sematary viene analizzata quasi in maniera filosofica e si riportano le conseguenze che può causare in chi resta. Ne Le notti di Salem, invece, l’argomento viene trattato in maniera più fredda, adeguandosi al cattivo della storia.

Conclusione

Ci sono dei libri di King che a causa delle tematiche trattate e delle scene angoscianti e perturbanti descritte, acquisiscono da soli un andamento lento, nonostante la curiosità spinga nell’andare avanti. Le notti di Salem, così come Pet Sematary, rientrano in questa lista. Le storie che raccontano sono ricche di elementi horror e fanno paura, ma la caratteristica che ha consacrato King come il re (di nome e di fatto!), è stata la sua capacità di turbare il lettore, di descrivere il dolore e le cause ( sia naturali che “mostruose”). Credo che pochi riescano a rimanere impassibili leggendo il dolore di un padre che non accetta la morte del figlio e si lancia nella fossa dove è stata appena calata la bara, nel tentativo di aprirla, urlando e scalciando mentre il prete continua il rito funebre; o a non avere un brivido quando compare il cattivo di turno.

Le Notti di Salem è un Dracula romanzato da Stephen King e condito con diverse tematiche trasversali. La grande capacità dell’autore è stata di scrivere un libro che, dopo 44 anni dalla sua uscita, risulta ancora attuale.

Il vampiro di King appartiene alla vecchia scuola: spietato, malvagio, manipolatore, assetato di sangue. Non brilla alla luce del sole, si brucia. Non scende a compromessi, uccide. E le storie d’amore non sono ben accette e se ci sono, finiscono male. Cazzo, è una storia di vampiri, non un Harmony!

Credo che cimentarsi in un’analisi e\o recensione di uno dei primi lavori di King, come Le notti di Salem, sia un’impresa ardua a causa della complessità dei personaggi, dei ricchi e numerosi dettagli forniti, delle diverse tematiche trasversali alla storia affrontate. Si ha sempre la sensazione che sfugga qualcosa o che sia stata fatta un’analisi superficiale. Questo è il mio tentativo!

Il libro è promosso a pieni voti: se cercate una lettura paurosa, in grado di turbare, priva di fronzoli, dove i cattivi sono spietati e crudeli… Le Notti di Salem fa al caso vostro!

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14 commenti

  1. Stephen King è rimasto Stephen King sino all’acchiappa sogni, a mio modesto parere. Si è perso dagli anni 2000 in poi. Le notti di Salem, ad essere onesta, mi manca ma ho letto i suoi lavori più famosi e devo dire che è un maestro della paura. Non del brivido, ma della paura vera e propria! Lo scoglio delle 50 pagine secondo me è relativo, perché a me ad esempio piacciono le descrizioni minuziose 🙂

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    • Ciao…
      Le notti di Salem è un gran bel libro, però ti avverto: è molto angosciante. Vengono descritte delle scene e degli stati d’animo molto, molto forti. Magari, sotto l’ombrellone, io porterei qualcosa di più leggero. 🙂

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